Se è vero che il caso non esiste, è altrettanto vero che il destino esiste, eccome. E gioca con la vita in una serie di sliding doors continue, porte scorrevoli che cambiano il nostro percorso nel momento in cui si aprono e si chiudono.
Le migliori storie nascono così, un po’ come quella di Giovanni Sicilia, diciassettenne senese che deve la propria vita a un neonatologo che si trovava in sala parto al momento della sua nascita e che è riuscito a fargli fare il primo pianto dopo alcuni secondi di terrore perché Giovanni non respirava, appena nato.
“Volevo rincontrare questa persona che mi aveva salvato la vita. L’estate dello scorso anno mi è venuto in mente di fare un video per Youtube dove mi sarei messo alla ricerca di questo dottore”, racconta.
Provvidenziale quindi l’intervento del dottor Claudio De Felice, che Giovanni ha cercato a lungo in modo da poterlo ringraziare, poterlo abbracciare. Del medico, però, nessuna traccia. Perché in quei momenti in sala parto, c’era stato un qui pro quo con il padre di Giovanni.
“In sala parto aveva raccontato a mio babbo che era calabrese e lui era sicuro che provenisse da quel territorio. In realtà il medico era nato a Lucca, i suoi genitori erano calabresi”, continua.
Nei mesi scorsi, dopo lunghe ricerche cadute nel vuoto nonostante l’aiuto anche di medici amici della famiglia Sicilia che si erano messi alla ricerca del collega, ecco l’incontro improvviso tra Chiara, madre di Giovanni, e quel medico a cui doveva così tanto. E’ successo a Siena, durante la presentazione di un libro.
“Mia mamma ha iniziato a parlare con questo dottore, pensando di averlo già rivisto. L’uomo gli disse di essere neonatologo. E mia madre gli chiese se avesse operato a Siena nel 2007”, aggiunge.
E il resto è una storia, quella che vi abbiamo raccontato, che tocca le corde più profonde del cuore. Perché la probabilità che il dottore de Felice potesse trovarsi a Siena e incontrasse la mamma di Giovanni, erano davvero scarse. Ecco ancora una volta le porte scorrevoli della vita, del destino che gioca continuamente con noi e riesce sempre a sorprenderci.
Giovanni e De Felice si sono rincontrati dopo diciassette anni ed il loro faccia a faccia è raccontato nel video “Venti secondi” pubblicato sul canale Youtube del ragazzo.
“Venti secondi: un tempo minimo, il tempo più prezioso della mia vita. Un tempo che è bastato ad una mano esperta a fare andare la pallina della mia esistenza oltre. Il tempo che mi ha fatto vincere la possibilità di vivere. Venti secondi: il tempo che mi ha fatto capire che ogni rintocco del nostro orologio è unico, essenziale e come tale va contemplato”, spiega il ragazzo nel video
Katiuscia Vaselli