Arrivare di fronte al tribunale e trovare tante persone, come è accaduto alla prima udienza del processo ai 68 contradaioli imputati di rissa aggravata lo scorso 4 dicembre, mi ha donato una sensazione di emozionante meraviglia, sopratutto perché era inaspettata. Fino a questo momento a Siena si respirava un’aria di logorante e mediocre immobilismo: come se ci fosse una incomprensibile paura di prendere una volta per tutte il destino di questa città da parte dei contradaioli, dei cittadini. Per questo il mutato atteggiamento che ho visto in tribunale, con tanta partecipazione, mi ha particolarmente sorpreso.
Ma c’è bisogno di una presa di coscienza di tutti i senesi. Bisogna ricordare che il processo incardinato per i fronteggiamenti scaturiti tra contradaioli nell’agosto del 2015, è nato per un vuoto istituzionale ingenerato proprio dall’Amministrazione comunale e immediatamente riempito, come ovvio, dalla Magistratura. Tutte le polemiche insorte per una interpretazione fortemente politicizzata e quindi equivoca del regolamento per la comminazione delle pene in ambito Palio, sono testimonianza di una inconsapevolezza di tutte le relazioni sociali che sono fondanti la nostra vita contradaiola.
Tutto questo è emerso non per cattiveria, ma per incapacità e poca volontà di comprendere il funzionamento di questo mondo che ha radici lontane e che non potrà mai essere rinchiuso in una barriera di vetro come la Galleria del Palio a bella mostra di un turismo di Crociera. Non serve piangersi addosso perché non possiamo più attingere dalla Banca o dalla Fondazione per smuovere un’economia da troppo tempo sopita. Impariamo piuttosto dalla Provincia che sta andando ad una velocità impressionante ed è in grado di attrarre capitali surclassando un capoluogo fermo, irrigidito e sempre in attesa della venuta di un nuovo re Mida.
Tanto meno possiamo osannare questa Amministrazione che ostenta di essere stata la prima a non aver usufruito del beneficio pecuniario che una volta erogava il Monte dei Paschi. Perché se vogliamo essere onesti molte città, come la stessa Matera, non hanno mai avuto la fortuna di essere assecondate da alcun istituto bancario, eppure quella cittadina in cima alle rocce sita nel profondo Sud, è riuscita a generare una progettualità più attraente ed efficace.
Al contrario, la progettualità narrata in questi anni è stata effimera, esile, inconsistente. La nostra classe dirigente non ha mai compreso che Siena ha bisogno di ripartire con i giusti investimenti e non con i soldi presi attraverso tasse sempre più alte e attraverso malcelati autovelox, anche se questi imbellettano il bilancio.
Vanni Griccioli