Il Badesse calcio è ormai una realtà nel panorama dilettantistico. Da qualche anno è impegnata anche nel calcio femminile. Il Badesse femminile, attualmente milita in promozione, ma non ha mai nascosto ambizioni importanti. In questo momento, a causa delle ben note cause pandemiche, il campionato è fermo, anche se le ragazze hanno più volte sottolineato la ferrea volontà di ripartire.
Benedetta Parri, è un terzino destro che dà alla squadra tanta grinta con pochi fronzoli, e, da capitano della squadra, è diventata un’autentica colonna portante della società di Badesse. Lei stessa spiega come è partita questa avventura: “Il gruppo nasce all’incirca tre anni fa, ma la squadra vera e propria è nata solo a partire dalla stagione 2019/20, che è stato il nostro primo anno”. Il primo anno della squadra si è concluso a marzo 2020 con il quarto posto nel campionato di promozione.
Ci spieghi quale è esattamente il tuo ruolo all’interno di questa squadra?
“A partire dalla stagione 2020/21 ho dovuto ricoprire anche il ruolo di direttore sportivo. Ovviamente non senza l’aiuto del presidente Berni e degli allenatori: Rivola, Cosentino e Bellini”.
Nelle vostre intenzioni avevate costruito una squadra per vincere il campionato di promozione?
“Diciamo che il nostro obbiettivo dichiarato è, e rimane, quello di giocare in eccellenza il prossimo anno. Ovviamente in questo momento non sappiamo se e quando ripartiremo, però anche il mercato di questa estate aveva sempre avuto quel risultato nel mirino”.
Con Benedetta Parri, c’è anche Benedetta Gorelli, uno degli acquisti estivi. Gorelli è un centrocampista di qualità, con un lungo passato alle spalle.
“Io sono cresciuta a Siena, fra Robur e San Miniato, tutte squadre che militavano in categorie superiori. Adesso però la testa è tutta sul Badesse. A questo proposito non posso che ringraziare la società a nome di tutta la squadra: non è facile di questi tempi, trovare qualcuno che parla con simile chiarezza ed onestà”.
Come è stato per te, in un periodo in cui il calcio femminile non era ancora stato ‘sdoganato’, avvicinarsi a questo sport?
“Sì, è inutile negarlo, quando ho iniziato io a giocare ancora il calcio femminile era visto come una sorta di stranezza, fortunatamente negli ultimi anni c’è stato un passo avanti enorme in questo senso. Per quanto riguarda la mia storia personale, io da piccola facevo nuoto sincronizzato, ma lo trovavo di una noia mortale (ride, ndr.), così, insieme a Federica, decidemmo di passare al calcio. Il calcio è più di uno sport, è un gioco che ti resta dentro. Sembra banale, però, talvolta, dare due pedate ad un pallone ti rende la vita più facile”.
Emanuele Giorgi