“Noi siamo qui per aiutare le aziende a rispondere a tre domande: Come si rendono più produttivi i team? Come si acquisiscono i migliori neolaureati? Come si fa ad avere un impatto economicamente e socialmente rilevante sul territorio?”. Così Berardino D’Errico, uno dei fondatori di Smartway insieme a Andrea Pelati, Gianluca Laera, Giacomo Del Ciondolo, Laura Cacciatori e Giuseppe Lacerenza, presenta la sua start-up. Smartway ha vinto il bando di concorso Ikigai, progetto storico di Fondazione Monte dei Paschi che eroga finanziamenti e borse di studio per aiutare i giovani nello sviluppo della loro carriera. L’azienda che hanno in mente vuole offrire alle grandi società l’opportunità di aumentare il benessere dei propri dipendenti, organizzando periodi di lavoro in remoto nei più bei borghi della Toscana e d’Italia.
“La nostra storia parte da Montepulciano – racconta ancora Berardino D’Errico -, dal momento che la maggior parte dei fondatori, me compreso, è nata e cresciuta qui. Smartway nasce con uno scopo preciso, aumentare il benessere e la produttività dei lavoratori, offrendo loro dei soggiorni negli angoli di Italia più caratteristici”. “Al momento – aggiunge – lavoriamo con grandi aziende, se non multinazionali, ma anche con piccole realtà che hanno la volontà di esplorare nuove politiche lavorative”.
“Il pacchetto standard che noi offriamo comprende un soggiorno di una settimana in un paese dal quale i lavoratori produrranno il loro lavoro in smart-working insieme all’opportunità di integrarsi nelle comunità locali. Proprio a Montepulciano, qualche tempo fa, abbiamo potuto assistere ad un manager berlinese che aiutava un bambino delle scuole medie coi compiti di algebra” spiega ancora D’Errico, prima di continuare: “Per favorire questa integrazione abbiamo creato la figura dei town angel, persone del luogo che organizzano attività dopo la fine del turno di lavoro in modo da favorire e velocizzare il processo”.
Una strategia, quella di Smartway, che oltre a riscontrare un gran successo nelle aziende, inevitabilmente ha trovato il favore delle realtà locali. “Chiaramente portare questi dipendenti in realtà cittadine molto piccole – spiega il fondatore – aiuta i borghi a riprendere vita, magari in bassa stagione. Al momento siamo già partner di quattro comuni, anche grazie al Pnrr, coi quali lavoriamo per rivalutare lo stesso borgo”. “Quello che spesso sfugge – conclude D’Errico – è che un servizio come il nostro, oltre al benessere, aumenta la produttività, sia durante che dopo la fine dell’esperienza. Al momento, insieme ad alcuni ricercatori dell’Università di Siena, stiamo lavorando proprio per certificare questo aspetto”.
Emanuele Giorgi