Ogni volta che a Montalcino viene aperta una bottiglia di Brunello per il territorio si genera un impatto diretto, indiretto e indotto di 117 euro. Lo rileva un’analisi realizzata dall’osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia. L’impatto complessivo è da 153 milioni di euro l’anno.
E a questo si aggiunge l’effetto moltiplicatore generato dall’enoturismo. Montalcino riceve 200mila presenze all’anno, con un giro d’affari di 80 milioni di euro all’anno. Questo si riflette anche su determinati indicatori, come il reddito che è superiore alla media regionale – 24400 euro contro 21100 – e cresce molto di più rispetto alla media italiana.
“Da sempre Montalcino vive un rapporto simbiotico con il vino: una comunità agricola tra le più virtuose a livello nazionale insediata in un ecosistema in cui il Brunello fa da traino – dice il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci-. Di fatto, l’enoturismo si è affermato proprio qui dove l’esperienza autentica del territorio non può che passare attraverso un calice: non è un caso che già nel 1948 fu proprio una cantina di Montalcino ad aprire, per la prima volta in Italia, le porte ai visitatori, spianando la strada a quello che poi sarebbe diventato il fenomeno attuale. È da questo legame che nasce il brand oggi conosciuto in tutto il mondo”.
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