“Il caso Regeni: tra realpolitik e diritti umani fondamentali”, domani incontro all’Università

L’iniziativa, dal titolo “Il caso Regeni: tra realpolitik e diritti umani fondamentali”, è organizzata dal dipartimento di Scienze politiche e internazionali e si terrà dalle 16.30 nell’aula magna del dipartimento, in via Mattioli.

Dopo i saluti del rettore, Francesco Frati, interverranno il direttore del dipartimento, Gerardo Nicolosi, il professor Riccardo Pisillo Mazzeschi, emerito di Diritto internazionale che lo scorso 1 dicembre ha riferito sul caso Regeni di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta, e Giuliano Foschini, giornalista del quotidiano “La Repubblica”, moderati dalla professoressa Alessandra Viviani, ordinaria di Diritto internazionale.

L’incontro sarà trasmesso in streaming sui canali social dell’Ateneo ed è aperto alla partecipazione di tutta la comunità accademica ed alla cittadinanza, con l’obiettivo di trovare risposta ad alcuni interrogativi e riflettere in particolare sulle azioni e le misure che l’Italia potrebbe adottare in base al quadro normativo di riferimento del diritto internazionale.
“Il caso di Giulio Regeni – spiega la professoressa Alessandra Viviani, organizzatrice dell’incontro – rappresenta uno degli episodi più tristi e sconvolgenti del nostro recentissimo passato, che ha molto scosso l’opinione pubblica nazionale, il mondo accademico ed in particolar modo gli studenti. La morte e le torture subite da Giulio dimostrano come sia sempre importante, in una società democratica, tenere alta l’attenzione sui temi della tutela dei diritti umani fondamentali. Non solo è importante conoscere, approfondire, fare ricerca, ma è importante anche prendere posizione come cittadini consapevoli di quali sono i valori fondamentali in cui dobbiamo riconoscerci”.

“Il nostro Ateneo – conclude la professoressa – è da sempre attento a questa vicenda e vicino alla famiglia Regeni, come testimoniato dalla partecipazione dei genitori di Giulio alla Notte dei ricercatori del 2017. A  qualche anno di distanza, purtroppo, ancora molte domande non hanno trovato risposta ed il caso di Giulio resta una ferita aperta”.