C’è qualcosa che va oltre l’apertura al pubblico del Centro della Scienza di Gsk a Siena, ed è l’importanza delle radici. Il Siena Vaccine Science Centre, nuovo spazio divulgativo e didattico sulla scienza dei vaccini che fortemente voluto dal responsabile di ricerca e sviluppo tecnico per Gsk Vaccines, Lorenzo Tarli, e da oggi aperto su prenotazione a studenti e visitatori esterni, è una narrazione che va indietro nel tempo a oltre un secolo fa e che arriva ad oggi attraverso ricerca, sviluppo, figure e prodotti che hanno portato il nome di Siena nel mondo.
Perché quello che è successo dal 1904 in poi, dallo scienziato Achille Sclavo e dalla produzione del siero contro il carbonchio ematico, che ha posto le basi per lo sviluppo dell’industria senese delle biotecnologie e dei vaccini, ricostruita nei dettagli grazie a documenti, foto, collezione di strumenti, è il punto di partenza di questo racconto del territorio senese che vanta uno sviluppo di assoluto rilievo nell’ambito delle scienze della vita fino a diventare una tra le “capitali” della vaccinologia mondiale.
“La decisione di realizzare un Centro della Scienza dei Vaccini a Siena e di aprirlo alla comunità è molto opportuna per diversi motivi ” ha detto Ennio De Gregorio, Amministratore Delegato di Gsk Vaccines Italia. “L’eredità storica del nostro sito è intrecciata a quella della comunità in cui operiamo; per questo abbiamo voluto restituirla sotto forma di uno spazio che racconta sia la storia che il futuro di questa scienza. in particolare agli studenti, che di questo futuro sono i depositari. Una decisione di responsabilità sociale, cui tanti colleghi hanno lavorato con passione, che crediamo possa ulteriormente valorizzare un sito e un territorio dai tratti unici per la sua vocazione all’innovazione scientifica e che può ulteriormente crescere grazie anche ad iniziative di questo tipo”.
Una responsabilità sociale che in questa nostra piccola città dal passato glorioso ancora prima che nascesse, qui, quella che è la banca più antica del mondo, riguarda luoghi come il Santa Maria della Scala e, successivamente, il complesso del San Niccolò. Se Gsk, ormai ben radicata su questo territorio così speciale, ha ritenuto opportuno investire in tal senso, viene da chiedersi perché uno spunto simile non possa arrivare per la valorizzazione storica e scientifica di luoghi altrettanto unici al mondo: il Santa Maria della Scala, appunto, con vocazione all’accoglienza che potrebbe ospitare oltre ad altri eventi una memoria permanente dell’ospedale cittadino attraverso percorsi specifici che facciano rivivere una realtà all’epoca notevolmente all’avanguardia – dal Trecento al 2000, anno in cui anche l’ultimo reparto dell’ospedale cessò di servire la città per trasferirsi definitivamente alle Scotte- . All’interno del complesso museale ci sono ancora, intatti, spazi dove si può rivivere l’ambiente ospedaliero e qui, anche, potrebbe trovare collegamento il Centro della scienza inaugurato oggi a Gsk. Tessuto a doppia trama, infatti, il legame che con le sinergie opportune è destinato a rilanciare la città e il territorio e a questo si aggiunga l’ex ospedale psichiatrico San Niccolò, in particolare ci riferiamo al padiglione Conolly, unico esempio in Italia di panopticon benthamiano e uno dei tre rimasti al mondo (uno in Francia, l’altro nell’isola della Gioventù, carcere che ospitò anche Fidel Castro, ndr). La Asl sud Est si era mossa per avviare lavori negli altri due padiglioni della cittadella (finiranno nel 2026) ma il Conolly cade a pezzi e dovrebbe invece rientrare nel percorso della scienza, della ricerca e della medicina che alla soglia del terzo millennio facevano ancora guardare a Siena come a un modello da seguire.
Non musei ma luoghi della memoria, dove storia e interattività si intrecciano, dove intelligenza artificiale e carta ingiallita raccontano un luogo per secoli esempio internazionale: un luogo dove istituzioni, aziende e investitori, università, hanno terreno più che fertile per coltivare e far crescere la conoscenza di una storia che porta davvero il nome di Siena nel mondo e che qui trova la sua naturale collocazione per guardare al futuro.
Katiuscia Vaselli