Quattrocento persone hanno manifestato nel Chianti contro i pesticidi sfidando il maltempo. E’ stata una marcia di 9 chilometri partita alle 14.30 da Radda e arrivata a Gaiole lungo strade asfaltate e sterrate che ha toccato le località di La Villa, Vistarenni, San Donato in Perano e Vertine. Un corteo colorato che per 4 ore ha camminato per dire “no” all’impiego dei veleni in agricoltura, sostanze chimiche nocive che finiscono nei cibi che mangiamo, minacciando la nostra salute, e che inquinano l’ambiente danneggiando l’ecosistema.
La manifestazione si è inserita nella giornata nazionale organizzata dal Wwf in oltre 30 città italiane per chiedere al Governo e alle Regioni un Piano di azione nazionale sui pesticidi che garantisca la tutela della salute dei cittadini e degli agricoltori, salvaguardi la biodiversità e promuova l’agricoltura biologica.
All’evento che si è tenuto nel senese hanno dato il patrocinio i Comuni di Radda e Gaiole e hanno aderito molte associazioni, fra le quali Legambiente, Slow food, i ragazzi di Fridays for future (il movimento internazionale avviato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg che venerdì prossimo guiderà una manifestazione a Roma), il biodistretto del Chianti (50 aziende agricole produttrici di vino Chianti), il biodistretto di San Gimignano, il Cai(Club alpino italiano), l’Aiab (Associazione italiana agricoltori biologici), i medici dell’International society of doctors for environment, i Comitati difensori della Toscana, la Fiab (Federazione amanti della bicicletta), Officina solidale, Salingolpe, Tiravento, Animaterra, il Circolo per la decrescita felice del Chianti, la Comune di Bagnaia, il Gruppo di acquisto solidale “Melograno” e il gruppo musicale Bandao.
“Basta veleni”, “Stop al glifosate”, “Per un’agricoltura che rispetti la natura” sono alcuni degli slogan e degli striscioni del corteo.
La marcia si è tenuta nel Chianti anche perché qui, come in altre zone della nostra provincia, si fa un uso massiccio di pesticidi nella coltivazione della vite ma anche perchè qui molte aziende si sono convertite all’agricoltura biologica indicando un modo diverso e più salubre di coltivare.
“Il 37% del territorio del Chianti Classico – spiega Roberto Stucchi Prinetti, presidente del Biodistratto del Chianti che ha partecipato alla marcia contro i pesticidi – ha la certificazione biologica. Prima si trattava di piccole aziende. Ora ci sono anche le grandi. E la conversione al biologico è in forte espansione. Il vino biologico è molto apprezzato soprattutto dai compratori stranieri ma anche in Italia è sempre più richiesto. Coltivare senza veleni non solo tutela l’ambiente, la salute nostra e degli altri esseri viventi ma all’agricoltore costa anche meno. E non è vero che le rese sono inferiori>.
Le vigne vengono trattate con fungicidi (circa 15 trattamenti all’anno), erbicidi (fra i quali il temibile glifosato, che l’Oms ha classificato come “probabile cancerogeno”; in Toscana se ne vendono 150 tonnellate all’anno), insetticidi e concimi chimici. Dati scientifici dicono che il 66% della frutta e il 40% degli ortaggi che mangiamo sono contaminati dalle sostanze chimiche usate in agricoltura.
Secondo i dati 2016 dell’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, in Toscana l’80% delle acque superficiali (fiumi, laghi ecc.) presentava tracce di fitofarmaci. La nostra è una delle regioni più interessate da questo inquinamento, insieme a Emilia Romagna (80%) con punte del 90% in Friuli, Piemonte, Veneto e provincia di Bolzano (zona di produzione di viti e mele) e del 70% in Lombardia e provincia di Trento. E la situazione sta peggiorando. Sempre l’Arpat, certifica che la percentuale di campioni di acqua contenenti fitofarmaci è passata dal 56,7% del 2014 al 75,3% del 2017. Ma anche la concentrazione di fitofarmaci si è impennata: si è più che decuplicata, passando da 0,17 microgrammi al litro nel 2014 a 2,59 nel 2017. In Toscana, le acque sotterranee contenenti tracce di pesticidi sono il 47%.