“Il comune di Siena torni nella rete Ready”

“Il comune di Siena torni nella rete Ready”, questo l’appello lanciato questa mattina dalla conferenza stampa indetta al Palazzo della Provincia. A lanciare l’appello c’è un fronte unito composto dai comuni di Murlo, Castelnuovo Berardenga, Abbadia San Salvatore, ma anche dal consigliere comunale Giulia Periccioli. È la stessa Periccioli a spiegare come un eventuale ritorno del comune di Siena nel Ready, oltre a dare lustro alla causa, sarebbe un evidente traino per tante realtà del territorio.

Il comune di Siena era entrato nella rete Ready nel 2014, per decidere poi di uscirne nel 2019. A presentare la mozione fu Pietro Staderini, consigliere di Sena Civitas, allora nella maggioranza. La mozione fu poi sorpassata da una delibera comunale. Era il settembre del 2019 quando la stessa lista civica annunciava che l’uscita dalla rete Ready fosse un segnale della volontà di preoccuparsi di tutte le forme di discriminazione senza percorsi “privilegiati” dalla forte connessione ideologica.

A presentare il progetto è Natascia Maesi, responsabile delle Politiche di Genere e Formazione dell’Arcigay. “La rete Ready – spiega Maesi – nasce su impulso del comune di Torino nel 2006 con l’obbiettivo di contrastare l’omobilesbotransofobia”. “Le leggi promulgate – conclude Maesi – o che saranno promulgate, sono importanti ma non sono sufficienti: bisogna lavorare dal basso per formare le persone; persone che spesso non hanno gli strumenti, che non entrano in contatto e non abbracciano le nostre istanze per ignoranza”.

Davide Ricci, sindaco del comune di Murlo, parla con orgoglio delle decisioni prese: “per esperienza so come i problemi vengano principalmente dall’ignoranza, dalla non conoscenza, dal rifiuto o dalla non possibilità di conoscere”.Prosegue Fabrizio Nepi “anche il Comune di Castelnuovo Berardenga ha approvato negli scorsi giorni il testo fornitoci dalla stessa rete Ready, seppur non con l’unanimità, nonostante il testo sia assolutamente apolitico”. “Purtroppo – chiosa Nepi- il nostro territorio è ancora molto indietro su determinate tematiche: basti pensare alla quantità di obbiettori di coscienza che sono ancora presenti negli ospedali senesi”

Emanuele Giorgi