Il Comune esce dalla Fondazione Musei Senesi, la decisione è arrivata con una delibera del consiglio comunale odierno. “L’adesione alla Fondazione non appare indispensabile per il raggiungimento delle finalità espresse da questa amministrazione nel DUP 2019-2021, in particolare relativamente all’obiettivo di valorizzazione integrata e fruizione dei beni culturali della città”. Questa è la spiegazione fornita dal sindaco Luigi de Mossi .
Il primo cittadino aveva, infatti, già espresso la volontà di recedere, con nota dello scorso aprile, non partecipando all’assemblea della stessa Fondazione e non procedendo ad alcuna designazione di rappresentanti nel Consiglio di gestione.
“Dopo attenta analisi con gli uffici ho ritenuto che la quota di adesione, 16.621 euro annui (già pagata per il 2019), oggettivamente alta non ha portato vantaggi al Museo Civico e alla Torre del Mangia, i due siti che rientrano nella Fondazione- spiega De Mossi -. Il rapporto costi-benefici, infatti, appare sproporzionato, soprattutto perché Siena non ha avuto un ruolo centrale come invece altri musei in Provincia”.”<Perché – ha concluso De Mossi – la precedente amministrazione non ha pagato la somma di 53.379 euro relativa al periodo 2009-2013 se reputava l’adesione di vitale importanza per Siena? Il governo attuale della città ha dovuto procedere a saldare questo debito insoluto”.
Una decisione, come più volte ripetuto dal sindaco, che viene motivata dall’esigenza di “reciprocità e non solo sul piano economico, ma anche su quello funzionale. Questa come altre situazioni sono all’attenzione dell’Ente, perché spese economiche che si dilatano nel tempo senza concretizzare alcun vantaggio si potrebbero configurare, anche, come danno erariale”.
L’uscita del Comune è stata commentata dalla stessa Fondazione Musei senesi in una nota ufficiale “Prendiamo atto dell’approvazione della delibera con cui il consiglio comunale, e quindi l’amministrazione di Siena, sancisce il recesso dalla Fondazione Musei Senesi e rinuncia a giocare un ruolo trainante per il territorio in un settore strategico per una Città d’arte e sito Unesco. Ne prendiamo atto a malincuore, senza negare il rammarico: già nel 2002, infatti- continua la nota-, il Comune capoluogo era stato fra i primi, e come partecipante istituzionale, a sostenere il progetto del sistema museale nato da un’intuizione lungimirante della Provincia di Siena. Da allora è sempre stato rappresentato negli organi decisionali di FMS e ha potuto beneficiare di progetti e contributi che hanno interessato non solo il Museo Civico, iscritto fra i musei di FMS, ma anche il Santa Maria della Scala, il Museo dell’Acqua e la città”.
“Fino a ieri, il comune di Siena aveva aderito a un’idea che va oltre i particolarismi politici e il costo di poche migliaia di euro: ovvero – spiega la fondazione-, la convinzione che Siena e il suo territorio siano un tessuto straordinario dove l’arte, l’archeologia, il paesaggio e le comunità, con le loro tradizioni, vivono e si esprimono in continuità e costituiscono una ricchezza unica. Difficile immaginare la storia di Siena senza la Val d’Orcia o San Gimignano; difficile immaginare l’affresco del Buon Governo privato della sua “campagna””.
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