Siena volerà in Vaticano con una delle sue eccellenze musicali più prestigiose. È quanto emerge dall’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, nella quale Riccardo Muti annuncia che il 12 dicembre dirigerà in Vaticano una Messa di Cherubini insieme al Coro della Cattedrale “Guido Chigi Saracini”. Un invito partito direttamente da Papa Leone XIV e che coinvolgerà il coro musicale senese, tra le realtà corali più antiche e apprezzate d’Italia nato dalla collaborazione tra Chigiana e Opera della Metropolitana di Siena.
La notizia ha trovato immediata eco nelle parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice, che commentato con entusiasmo. “È una meravigliosa sorpresa – ha detto –. Muti conosce bene la tradizione musicale del Duomo e la qualità del nostro coro. Sapere che sarà in Vaticano il 12 dicembre, davanti al Santo Padre, è un motivo di gioia e di orgoglio per tutta la Chiesa senese”.
Un invito nato dal rapporto diretto tra il Maestro e il mondo musicale senese, confermato anche dallo stesso Muti. Lojudice ha parlato nel giorno in cui le sue diocesi a Palazzo Piccolomini hanno ospitato una riflessione dedicata ai 60 anni della “Nostra Aetate”, il documento del Concilio Vaticano II che ha rivoluzionato i rapporti tra la Chiesa e le altre religioni.
Un confronto di alto profilo che ha visto anche gli interventi di Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze e Izzedin Elzir, Imam della comunità islamica fiorentina,
In un momento storico di tensioni globali, con guerre, radicalizzazioni e nuove forme di odio religioso, Lojudice ha riportato l’attenzione sull’attualità del documento conciliare. “La “Nostra Aetate” – ha ricordato – ha aperto un cammino irreversibile. Il dialogo interreligioso non è facile, e spesso è reso più difficile da ciò che accade nel mondo. Ma non si è mai fermato, ed è questo il segno più importante”.

Il cardinale ha sottolineato come la Chiesa abbia superato antiche incomprensioni: “Sono stati eliminati pregiudizi profondi, come la vecchia preghiera del Venerdì Santo. Ora camminiamo uno accanto all’altro, riconoscendo le differenze ma partendo da ciò che ci unisce: la comune umanità”
Lojudice ha poi allargato lo sguardo al presente: “Oggi vediamo crescere islamofobia, antisemitismo e cristianofobia. Non possiamo ignorarle. In tante parti del mondo – dal Medio Oriente al Congo – le comunità religiose subiscono violenze terribili. Non è solo un problema di fede: è una frattura dell’umanità”
Per il cardinale, l’unica risposta possibile è continuare a costruire ponti: “Il dialogo resta l’unica via. Non serve a convertire nessuno, ma a conoscersi e rispettarsi. È l’unico modo per gettare semi di pace, soprattutto in un tempo in cui la pace sembra così fragile”.
Katiuscia Vaselli