Il coronavirus continua a spaventare e lo fa soprattutto soprattutto adesso dopo aver dato conferma di non arrendersi, ripresentandosi, nell’ultimo mese, con ancora più violenza. Non risparmia nessuno nemmeno le feste come il ponte d’Ognissanti che ormai è alle porte. Siamo stati abituati negli anni ad assistere a un flusso continuo di persone che vanno a trovare i propri cari defunti cimiteri, magari comprando un fiore da donare. Ma l’emergenza sanitaria fa paura e rallenta le moltissime persone che, ogni anno, sono solite andare nei cimiteri, soprattutto la popolazione più anziana.
“Un anno molto diverso dal solito – dice Antonella, titolare di Jack di Fiori, fioraio adiacente al cimitero della Misericordia -, assistiamo alla presenza di un numero molto ridotto di persone rispetto agli altri anni. Già abbiamo assistito negli anni a diversi cambiamenti a nostro svantaggio. Già prima le persone hanno iniziato a venire meno, per di più adesso si preferisce il fiore sintetico con la sua durata eterna e questo ci danneggia fortemente”.
“Un anno drammatico – ribadisce Tiziana Chiavati, titolare de ‘Il Chiosco’, fioraio adiacente al cimitero di Laterino -, non sappiamo più dove sbattere la testa e come portare avanti l’attività. Eravamo abituati a vedere una strada piena di macchine e persone che venivano a trovare i propri cari, adesso questa strada è deserta e silenziosa e questo ci preoccupa fortissimo. Negli abbiamo subito diversi cambiamenti a nostro svantaggio, in primis, le persone che hanno perso l’abitudine di venire al cimitero. Adesso dobbiamo confrontarci con l’emergenza sanitaria, senza sapere quale sarà il nostro futuro”. “Mi rendo conto delle difficoltà, anche io inizio a entrare in una fascia d’età ritenuta a rischio per il coronavirus, non posso biasimare i piccoli e gli anziani che vogliono restare a casa: c’è molta preoccupazione”, conclude Tiziana con la voce spezzata dall’emozione.
Niccolò Bacarelli