Non solo asili, scuole e università; il decreto arrivato dalla Presidenza del Consiglio, ferma anche gli eventi pubblici ed anche altri enti che in qualche modo, si possono collegare alle scuole materne o asili. Parliamo delle cosiddette ludoteche, locali che forniscono una sorta di ‘babysitteraggio’, un’opportunità per tutte quelle persone che, lavorando fino alla sera tardi, non hanno la possibilità di poter tenere il proprio bimbo a casa.
Il decreto ministeriale firmato dal premier Conte, ferma fino al 15 marzo anche le ludoteche, una conseguenza giustificata in quanto anch’esse possono essere interpretate come luoghi di aggregazione, rischiosi ai fini di un possibile contagio. C’è però un problema, le ludoteche a differenza degli asili, per la maggior parte pubblici, sono piccole società private gestite da una o due persone con una partita Iva a carico, realtà a rischio di frnote ad una chiusura improvvisa dell’attività, arginare il problema economico in questi dieci giorni non sarà certamente facile.
“Ci siamo dovute attenere al decreto ministeriale – fanno sapere Valentina Taddei e Federica Parri, titolari della ludoteca ‘Cittinilandia’-. Ci è sembrato opportuno fin da subito chiudere fino al 15 marzo per rispettare le richieste del governo, adesso però ci troviamo a dover fronteggiare un possibile danno economico dovuto alla chiusura di dieci giorni. Noi offriamo molti servizi per le famiglie, compresi le feste di compleanno, eventi che facevamo tutti i giorni. Abbiamo dovuto disdire tutte le feste da oggi fino alla fine dello stop. Purtroppo continuiamo a dover pagare un affitto, le bollette e soprattutto una partita Iva molto costosa, dieci giorni possono creare non pochi problemi”.
Un grande rispetto ed un doveroso senso civico è quello che si può sentire dalle parole di Valentina e Federica, ma non solo, a Siena c’è anche un’altra ludoteca che si chiama ‘Sbirulino’ anch’essa chiusa per rispettare i voleri del Presidente del Consiglio.
“Un grande problema – commenta Diana Adam, titolare di Sbirulino – dobbiamo fronteggiare questa chiusura rispettando giustamente il decreto ministeriale. Un problema non solo per noi ma anche delle famiglie, siamo ogni giorno costantemente al telefono con genitori disperati che chiedono di poter portare il proprio bimbo da noi perché non sanno come fare a gestire la situazione. Noi offriamo diversi servizi: dalle feste di compleanno, allo ‘spazio bimbi’ la mattina, fino ad alcuni corsi di inglese. Chi usufruisce di alcuni servizi ha una retta mensile da dover pagare, una quota che ora dovremo rimborsare per il mancato servizio. La chiusura dell’attività ci mette molta preoccupazione ma siamo convinte di aver fatto la cosa giusta nel rispetto di tutti”.
Il decreto ministeriale era necessario, dobbiamo cercare di contenere il problema contagio, sono tante però le conseguenze ed i danni che possono creare dieci giorni di chiusura di alcune attività, e forse, purtroppo qualche vittima, in senso metaforico, se la porterà dietro.
Niccolò Bacarelli