Il 6 ottobre 1650, giunge a Siena il granduca Ferdinando II, accolto in pompa magna da tutta la città. Il principe e la moglie, Vittoria della Rovere, arrivano in vista delle mura senesi al calar della sera e subito si fanno “fuochi d’artificio, giochi d’arme e musiche nella gran Piazza”. I reali rimangono fino al 10 novembre e la Balia fa le cose in grande per rendere il soggiorno indimenticabile: indice balli, commedie, cacce, spettacoli di canzonette, oltre agli immancabili Palii: con le bufale, il 3 novembre (e sarà anche l’ultima bufalata tenuta a Siena), e con i cavalli, il 6 novembre. Vengono ordinati anche 4 giorni di ferie per magistrati e giudici, durante i quali ogni causa civile e penale doveva essere sospesa. Per organizzare al meglio i due Palii ed assicurarsi la presenza del maggior numero di Contrade possibile la Balia, fin dal mese di settembre, convoca una appresentanza delle Contrade per nominare i responsabili di ognuna ed è interessante segnalare la presenza di alcuni uomini della “Contrada del Pignattello”, che probabilmente, in questa occasione, tenta di scindersi dall’Istrice. Nel frattempo, però, qualcosa dovette succedere, visto che né l’una né l’altra parteciparono ai Palii di novembre, ma, anzi, prestarono rispettivamente 5 e 10 uomini al Drago.
Maura Martellucci
Roberto Cresti