Il messaggio del Papa ai pellegrini senesi: “Il perdono non toglie nulla anzi, aggiunge dignità”

“Il perdono non toglie nulla ma dà dignità alla persona e la rende libera”. Lo zelo apostolico di suor Giuseppina Bakhita è l’elemento cardine dell’udienza generale di Papa Francesco a cui hanno partecipato 2.800 pellegrini senesi.

Quello di Giuseppina, santa sudanese, è uno zelo che si fonda sulla volontà di perdonare anche chi le ha fatto del male, rendendola schiava all’età di sette anni.

“Sappiamo che spesso la persona ferita ferisce a sua volta; l’oppresso diventa facilmente un oppressore. Invece, la vocazione degli oppressi è quella di liberare sé stessi e gli oppressori diventando restauratori di umanità. Solo nella debolezza degli oppressi si può rivelare la forza dell’amore di Dio che libera entrambi. Santa Bakhita esprime benissimo questa verità”, ha aggiunto il Pontefice.

“Saluto le diocesi di lingua italiana, cominciando dai fedeli dell’Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza che sono accompagnati dal cardinale Augusto Paolo Lojudice. Grazie della vostra presenza, vi incoraggio a seguire l’esempio di Santa Caterina da Siena e Santa Agnese di Montepulciano diventando protagonisti di bene”. Questo l’appello che Papa Francesco ha poi lanciato ai ‘nostri’ pellegrini, una vera e propria comunità in viaggio che, in Piazza San Pietro, ha accolto con un applauso il messaggio di Papa Francesco al nostro territorio.

Israele e Palestina gli elementi centrali dell’intervento del Sommo Padre. “Continuo a seguire con lacrime e apprensione quanto sta succedendo: tante persone uccise, altre ferite. Prego per quelle famiglie che hanno visto trasformare un giorno di festa in un giorno di lutto e chiedo che gli ostaggi vengano subito rilasciati. È diritto di chi è attaccato difendersi, ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti. Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità”, spiega.

“Rivolgo un pensiero speciale alla popolazione dell’Afghanistan-conclude-, che sta soffrendo a seguito del devastante terremoto che l’ha colpita, provocando migliaia di vittime, tra cui molte donne e bambini, e di sfollati. Invito tutte le persone di buona volontà ad aiutare questo popolo già così tanto provato, contribuendo, in spirito di fraternità, ad alleviare le sofferenze della gente e a sostenere la necessaria ricostruzione”.

KV
MC