La mia storia personale è, credo, coerente. Ho dato alla Banca Toscana e al gruppo MPS 40 anni di impegno professionale totale, ricevendo peraltro anche molte soddisfazioni. Poi la Banca Toscana è stata incorporata con una decisione “sciagurata” in MPS, distruggendo valore. A seguire, la dirigenza MPS (Mussari, Baldassarri, Vigni) ha portato avanti una gestione fallimentare, anche in disprezzo delle leggi, del buon senso e dei valori secolari della Banca. Per cui, costituirsi in Tribunale, non contro la Banca bensì con chi ha distrutto valore per oltre16 miliardi di euro, è stato un dovere civile, morale e professionale. Insomma, un atto di responsabilità per chiedere e ottenere giustizia. Pensiamo, infatti, che i responsabili debbano pagare le loro colpe, indegne contro la banca, i manager onesti, tutti i dipendenti e i clienti azionisti. Pertanto, spero e credo che la sentenza sarà positiva oltre che esemplare.
Spero altresì che la Banca MPS si solleverà in questo momento non facile ed avrà un futuro positivo, indipendentemente dal SI e dal NO del referendum istituzionale del 4 Dicembre. Indubbiamente, se vincerà il SI sarà tutto più facile, perché i mercati saranno ragionevolmente più favorevoli e la stabilità politica e di Governo aiuterà gli investitori italiani ed esteri a produrre investimenti.
Ci tengo a precisare che il MPS è una banca di sistema, secolare, con 5 milioni di clienti ed una posizione dominante in tutto il Paese (nei suoi territori più vitali) Nord e Sud Italia, isole comprese. E’ una banca del territorio che però deve ritornare ad essere centrale per gli investimenti pubblici e privati, retail e corporate in tutta Italia.
In questo scenario anche il Governo dovrà fare la sua parte per assicurare la governabilità del Paese. D’altro canto sia i privati che i fondi istituzionali e sovrani avranno interesse ad investire nelle banche di un Paese solo se il Paese sarà ben governato, farà le riforme e guarderà avanti con le sue eccellenze.
In Italia gli investimenti finanziari (in un “sistema Paese” che può riprendersi e crescere) nelle banche sono comunque possibili ma saranno fruttuosi ad una sola condizione: che l’economia reale si riprenda e si riprenderà solo se le banche favoriranno gli investimenti con la creazione di ricchezza e di occupazione.
Certo il futuro economico del Paese è anche nelle mani delle banche ma se le banche faranno il loro dovere avremo uno sviluppo positivo dell’economia italiana in termini di PIL, di creazione di valore aggiunto e di lavoro/occupazione.