La contrada del Nicchio è ‘custode’ dell’antica chiesa di Santo Spirito. Il parroco di San Martino don Roberto Bianchini ed il priore del rione dei Pispini Davide Losi hanno siglato l’atto di comodato d’uso. Una ‘simbolica’ consegna delle chiavi ha suggellato il momento.
“Spero che cosi si trovi un modo per fare vivere questo luogo – le parole di don Bianchini – E che Santo Spirito, attraverso l’impegno del Nicchio, sia restituita alla città e a chi la visita”.
Ed è proprio per questo che l’Arcidiocesi ha affidato alla contrada la struttura per valorizzarla. Il Nicchio avrà cura di renderla visitabile, con i capolavori contenuti che dovranno essere messi condizioni di sicurezza. Inoltre, quando riterrà opportuno, la contrada potrà officiarla nei momenti liturgici.
La chiesa parrocchiale annessa a San Martino è uno dei tesori della nostra diocesi. Tra i capolavori presenti all’interno c’è la croce trecentesca dipinta da Luca di Tommé, gli affreschi del Sodoma nella cappella degli Spagnoli, le terrecotte robbiane e le preziose tele dei più importanti autori senesi del ‘600.
“Da oggi siamo custodi di un grande passato, certe volte anche turbolento e travagliato – dice Losi – . Il passato è fatto anche di intere generazioni di nicchiaioli che qui ci si sono sposati ed hanno battezzato i figli, è fatto dell’opera di don Salvatore Sacchitella. Credo che le contrade nascano anche da questi luoghi sacri e che non siano meri territori fatti di edifici, ma siano invece l’aspirazione dei contradaioli a creare un ecosistema da cui possa nascere un modello di relazione positive. Ricevere in custodia la chiesa di Santo Spirito è un’opportunità per stringere ancora di più il legame tra il Nicchio ed un luogo così importante e sacro per il rione, caro a tutte le generazioni di contradaioli”.
“Fate di questa chiesa un luogo di vita, affinché queste pietre non parlino solo del passato, ma parlino invece di una storia di un popolo, quello del Nicchio, che fa delle testimonianza custodite qui dentro una lezione di giustizia, bellezza e pace”, è l’invito che don Enrico Grassini, direttore dell’ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi.