L’hanno intitolata “Sangue Blu” – nella Nobile Contrada del Nicchio – la collana di libri destinata a raccogliere le storie e le vite di alcuni contradaioli che hanno segnato le vicende della Contrada, e il cui primo frutto, “battezzato” venerdì 22 aprile, è dedicato alla figura di Achille Neri: “Achille Neri. Costruire una Contrada, costruire una città” (questo il titolo del volume, edito dalla casa editrice Nuova Immagine, della figlia Laura Neri, che ripercorre così in parte le passioni paterne) è già di per sé programmatico dello spirito con il quale i nicchiaioli guardano a questo tipo di figure, non personaggi “eccezionali” ma contradaioli e senesi che hanno amato nello stesso modo la piccola patria del rione e quella più ampia della collettività urbana, e a entrambe si hanno dedicato identica, convinta passione.
Achille Neri è un esempio di queste persone: architetto, in contatto con i maestri internazionali dell’architettura, generosamente disposto a servire Siena al di là di qualsiasi ottuso, limitante orticello ideologico (repubblicano fu in giunta comunale con comunisti e socialisti; capolista di Alleanza per Siena coordinò una non-ideologica lista civica di persone che amavano Siena e provenivano da tutti i partiti dell’arco costituzionale); come nicchiaiolo vinse un Palio da Priore (1969) e uno da Capitano (1984); come contradaiolo-architetto si prodigò per adeguare i locali della società di contrada. Un senese, un contradaiolo con la vocazione a “costruire”. Che si trattasse di strutture edificate o di senso di comunità e di amore per Siena e per la Contrada. Che poi, fra le due cose, non c’è alcuna differenza.