Siamo tutti ancorati al nostro passato, alla nostra storia, ai nostri antenati. Ma le ancore sono utili e necessarie per delle soste, per dei rifugi sotto costa quando il mare è in tempesta, per degli ormeggi anche piuttosto lunghi se c’è bisogno di riparazioni, di manutenzioni, di restauri. Il reparto Conolly ha bisogno di restauri, di riparazioni, di manutenzione. E tutto questo sta accadendo, grazie all’impegno degli Amministratori interessati. Ma dobbiamo levare le ancore dal passato, muoverci nel presente, avere mete da raggiungere nel futuro. Il nostro Panopticon dentro l’Ospedale Psichiatrico di San Niccolò non deve morire. E’una struttura architettonica particolare, quasi unica al mondo. Se è vero, come è vero, che ne sopravvivono soltanto altre due, fra quelle che hanno ospitato e “curato” la follia.
Centinaia e centinaia sono invece le carceri che si riferiscono al panopticon, distribuite nei cinque continenti, tutt’oggi funzionanti ed efficienti. A contenere chi offende la legge. Hanno funzioni rieducative e riparative, oltre che punitive. Con risultati vari. Oggi ne abbiamo scelta una, di queste costruzioni socio rieduca-ripara…tive. Sta in Olanda, ed è stata in funzione dal 1886 al 2016. E’ stata poi recuperata, riabilitata e riutilizzata per altri scopi. Questo deve succedere al nostro Conolly. “Koepelgevangenis” (Prigione a Panopticon ) a Arnhem, Olanda. Dentro al “Koepelgevangenis” di Arnhem, Olanda. Riutilizzo del “Koepelgevangenis”. Con un po’ di buona memoria, riferendoci anche noi al passato, un passato prossimo, anche noi a Siena abbiamo dato vita al nostro Conolly. Il teatro di Mila Moretti, e la mostra “Il corpo fragile” di Vittorio Corsini, Luigi di Corato, Marco Pierini, Alberto Olivetti e Francesca Vannozzi. Il teatro veniva rappresentato all’aperto, nel cortile interno del Conolly, quello a Destra. La mostra era ospitata in otto celle, sempre nella sezione a Destra, del Conolly. Nelle prime otto celle, con la porta ridipinta di blu. Entrambi, teatro e mostra, sono ormai datati, vecchi, del secolo scorso, del 1998. E da allora……
Costante Vasconetto