I millennials sono la generazione tra i 18 e i 34 anni, cresciuti sotto il segno della rivoluzione digitale, di cui sono utenti attivi e partecipi. I millennials senesi si ritrovano però a vivere nel sentimento una tradizione che non appartiene all’epoca digitale, qualcosa che ha le radici affondate nel tempo. In che modo si rapportano alla vita di contrada? In un mondo di social vivono a pieno un’esperienza autentica non filtrata da uno schermo, e ve la vogliamo raccontare nelle sue sfaccettature, dando voce a una generazione forte e dinamica, ancora tutta da scoprire.
In queste ultime, caldissime, giornate di giugno mentre Siena è nel pieno della sua splendida festa si respira un’aria carica di adrenalina, attesa ed entusiasmo. Per qualcuno però, quest’attesa è ancora più speciale, perché viene vissuta a bordo di una corriera o di un treno, ritornando a Siena dopo settimane fuori casa. È l’attesa di giovani contradaioli fuori sede che dopo una lunga sessione estiva fanno ritorno nella loro città, nella loro contrada. Quattro di questi ragazzi sono Bianca Bindi (nella foto di copertina) Francesco Fabbri, Achille Neri (nelle foto, sotto) e Niccolò Bargagli Petrucci, partiti per cercare nuove opportunità, studiare nella facoltà che preferivano e iniziare a costruire il proprio futuro in un contesto diverso da quello senese.
Per tutti il distacco è stato impegnativo ma è stata anche un’occasione per aprire la mente e confrontarsi con una realtà diversa da quella quotidiana. “Mentre la nostalgia della famiglia e degli affetti è un sentimento che tutti i ragazzi fuori sede si trovano a condividere in una nuova città – racconta Bianca – la nostra nostalgia per la contrada e il suo calore è difficile da far comprendere ai colleghi”. Non è mai facile riuscire a spiegare, al di là della manifestazione vera e propria, come sia vivere all’interno di un organismo così complesso ma che a noi senesi risulta così familiare come la contrada. E così i nostri ragazzi, sopportando silenziosamente i vari stereotipi come: “dì Coca Cola con la cannuccia corta corta!”, si apprestano con buona volontà a spiegare i meccanismi della nostra festa. “Fortunatamente la maggior parte degli interlocutori si mostra interessata e rispettosa, – afferma Achille -. Anche se molto spesso pensano che si tratti di tifo”. Bianca spiega invece che a volte le capita di essere guardata come se fosse pazza, nel “perdere tempo” dietro a qualcosa che pare non avere un vero e proprio senso, o guadagno. Ma non è forse questa follia che ci ha permesso di far vivere le nostre tradizioni per tutto questo tempo? E neanche la lontananza riesce a cancellare questo senso di appartenenza. Francesco e Niccolò la sera dell’estrazione delle contrade che avrebbero corso il Palio Straordinario erano entrambi in macchina, ma Francesco stava ritornando a Roma per Studiare e Niccolò a Milano. Ed entrambi hanno provveduto ad ascoltare con ansia l’estrazione dalla radio in streaming, lontano dalla Piazza, andando in due parti opposte d’Italia. Infondo Piazza del Campo è il cuore pulsante di una città intera, le sue vie sono le arterie e i nostri ragazzi i globuli rossi, che dovunque vadano, ritorneranno sempre per portare ossigeno nuovo, quell’ossigeno che nutre la nostra festa più viva che mai. (continua)
Clelia Venturi (millennial, senese, contradaiola)