Per chi vive il Palio dall’interno come viene riproposta l’immagine della festa attraverso i social? Tutti i contradaioli possiedono un codice di comportamento che tiene viva la festa e l’atmosfera unica del Palio, che se viene applicato anche all’uso dei social permette di arricchire il web di interessanti impressioni dei momenti della festa. Ciò consente di esporre e far conoscere la nostra tradizione ad un pubblico mediatico sempre più vasto, incuriosito spesso, ma inesorabilmente distante dal punto di vista emotivo. Negli ultimi anni Siena si è trovata sotto i riflettori dei social e in particolare certe vicende molto dolorose per l’intera popolazione sono state date in pasto a una gran quantità di commentatori impavidi, animalisti improvvisati e tuttologi dell’ultimo minuto, comunemente chiamati haters. Persone che di Palio ne sanno veramente poco, e che utilizzano il web non tanto per informarsi quanto per insultare e scaricare così le proprie frustrazioni personali. Come reagire a tanta negatività? Asja Ceccherini e Giulio Guerrini, millennials, contradaioli, utenti dei social, ci spiegano come non-reagire in modo positivo ed intelligente: “Sono totalmente favorevole al dialogo – sostiene Asja – purché ci sia la volontà di ascoltare e di capire dall’altro lato. Chi risponde male ai commenti violenti dei social non è più intelligente di chi li ha scritti, perché oltre ad abbassarsi al suo livello, presta attenzione, ed è proprio ciò che il commentatore cerca di ottenere. Ci sono commenti talmente vuoti che vanno semplicemente lasciati dove sono”. Bisogna essere coscienti di ciò che si posta, perché dal momento in cui un post ha contenuti personali l’autore è responsabile di se stesso e di cosa pubblica, mentre se il contenuto del post coinvolge la contrada o la collettività si ha la responsabilità morale dell’immagine che viene trasmessa e recepita. “Se avessi la possibilità di condividere con chi non è di Siena dei momenti del Palio – racconta Giulio – mostrerei ciò che in televisione sulla rete nazionale non è sempre visibile: i dietro le quinte. Quei momenti di attesa e di condivisione, in particolare quando il cavallo dopo la tratta viene portato nella contrada che lo ha avuto in sorte. Ci sono sempre i cittini ad aspettarlo, sono sempre i primi a volerlo vedere. Imparano da piccoli ad amare il cavallo incondizionatamente”. Le chiacchiere virtuali lasciano il tempo che trovano, rimangono fluttuanti nel cloud per poi essere dimenticate e accatastate. La nostra festa continua autentica e viva ad esistere, perché fatta di sentimenti veri, persone vere, una passione reale. E per chi non si accontenta del filtro dello schermo Siena rimane aperta, tutta da scoprire, tutta da vivere.
Clelia Venturi