Una delle caratteristiche più straordinarie delle Contrade di Siena è la forte interazione che avviene tra le persone di diverse età, e che per i giovani è da sempre un’occasione di crescita. Convivere con altre generazioni insegna ad instaurare un dialogo che riesce ad appianare divergenze e far sentire tutti più vicini guardando nella stessa direzione. Per le giovani millennial il senso di appartenenza deriva dalla vicinanza con le donne della Contrada, nella condivisione dei momenti del Palio e della vita. “Il 14 agosto, come tradizione si svolgerà il pranzo delle donne di tutte le età nella società della contrada del Drago, saremo più di cento, ed è difficile pensare che siamo comunque divise in gruppi diversi. – Spiega Lavinia Amabili – Abbiamo un unico palco per le donne del Drago, siamo tutte in età compresa tra i venti e il sessanta anni, ci sentiamo più unite che mai, è bello che le varie generazioni siano così in contatto fra di loro godendosi la festa”.
Lavinia, contradaiola del Drago e addetta alla commissione festeggiamenti, racconta di come le donne della sua contrada siano sempre state un forte punto di riferimento, sia dal punto di vista contradaiolo che familiare: “La mia mamma e mia zia sono nate in via della Sapienza, in casa mia siamo tutte donne del Drago, e il mio amore per la famiglia è cresciuto insieme a quello per la mia Contrada, fa parte della mia identità”. I genitori di Caterina Dotti invece, contradaiola dell’Oca, non sono originari di Siena ma hanno battezzato la loro figlia nella Contrada proprio perché portava il nome della santa patrona di Fontebranda. Un legame dunque che non fa parte di una storia familiare, ma che inizia con un atto di devozione verso la santa di Siena, che Caterina racconta sorridente di immaginarsi un po’ come se fosse una nonna, che guarda tutti dalla finestra e trasmette sicurezza: “Santa Caterina è una grande donna ed è la mia fonte d’ispirazione. Era analfabeta eppure è riuscita a cambiare il corso della storia con la sua forza e tenacia. Ci ha insegnato che a volte per cambiare le cose è necessario fare piccoli passi, camminando in punta dei piedi, ma che con costanza e sacrificio si può ottenere qualsiasi cosa”. In un mondo dove ancora è difficile per le ragazze più giovani far sentire la propria voce ci sono le nonne, le mamme o persino le sante ad infondere coraggio e ispirazione. “Non sento la necessità di indossare una montura per esempio, per sentirmi orgogliosa della mia appartenenza. – Spiega Caterina – Mi basta indossare il fazzoletto al collo per provare lo stesso orgoglio. Sono fiera di essere parte di questo, non c’è niente di più unico al mondo”