Mai come in occasione di questo Palio, la scontata locuzione “che si fanno a fare le regole, se poi non si rispettano” può considerarsi appropriata. Ci sono state almeno tre situazioni.
La prima è riscontrabile nella pittura del drappellone che, al di là di alcuni banali errori, non reca l’immagine della Madonna di Provenzano (articolo 93).
La seconda è stato il mancato cambio dell’ordine ai canapidopo la mossa volontariamente data dal Mossiere e poi invalidata (articoli 65 e 85 comma 6), aggravata dalla conseguente sostituzione della rincorsa.
La terza è stata l’esclusione dal Palio di alcune Contrade,che può avvenire soltanto per lesione o malattia gravissime (articolo 50).
Non è la prima volta che il drappellone non risponde ai requisiti dettati dall’attuale Regolamento. Il cosiddetto “cambio di busta” (la busta è in realtà una sola) non viene applicato da troppi anni. L’art. 50 aveva già dimostrato i propri limiti in occasione del “caso Tornasol” (luglio 2017) ed inoltre non risponde più a quelle che il Sindaco ha definito “mutate sensibilità sociali”.
Al termine della stagione dei Palii una riflessione su questi aspetti del Regolamento è quanto mai necessaria, unitamente alla considerazione che la tutela della Festa e della salute dei cavalli si esercitano meglio scegliendo quelli che hanno più esperienza della mossa e della corsa.
Giordano Bruno Barbarulli
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