Sette anni, sette lunghissimi e faticosi anni sono trascorsi da quando il pm Aldo Natalini, originario di Viterbo, arriva alla procura di Siena. Nessuno in quel momento immagina cosa sarebbe potuto accadere da lì a 2 anni. Il giovane magistrato entra immediatamente in sintonia con i colleghi Giuseppe Grosso e Antonino Nastasi arrivati il primo da Montepulciano e il secondo dalla Sicilia. In quel momento a capo della procura è Tito Salerno. Magistrato pacato e per niente incline a relazionarsi con la stampa. Il caso esplode nel giro di un brevissimo tempo e riguarda il Monte dei Paschi. Grosso, Nastasi e Natalini sono il pool che si occupa della vicenda della Banca che ha reso ricca e famosa la nostra città e che mostra in quel momento tutta la sua debolezza finanziaria. I tre pm si dividono i compiti: ciascuno facendo forza sulla propria specialità professionale si impegna su strade diverse. Al dottor Aldo Natalini, grande studioso e molto addentro alle leggi, viene affidato l’arduo compito di imbastire la tesi accusatoria per coloro che hanno gestito l’istituto di credito negli ultimi sette anni. Sono mesi intensi non solo per quanti stanno cercando la verità, ma anche per i giornalisti che cercano di scrivere correttamente l’evolversi degli accadimenti. In questo contesto, non facile ad onor del vero, ci sono anche tante altre indagini e non partono (come è invece accaduto per banca Mps) dall’ampliamento di Ampugnano la cui iniziale indagine fu affidata al pm Mario Formisano ormai da tempo trasferito a Perugia.
E così in questo frangente il pm Aldo Natalini prende in mano una truffa in campo agroalimentare che da una nota azienda della nostra provincia lo porterà a travalicare i confini nazionali e gli varrà anche i complimenti del Ministero per quanto appurato nel corso delle indagini durante le quali si avvale di nuclei altamente specializzati. Questo giovane magistrato abituato a lavorare fino a tarda ora si occupa anche di numerosi abusi edilizi, di amministratori pubblici che secondo le sue tesi non avrebbero amministrato i beni dei cittadini in maniera adeguata e soprattutto durante i suoi turni come pubblico ministero nei sette anni che è stato nella nostra città è accaduto di tutto tanto da essere bonariamente preso in giro dai suoi stessi colleghi. Prima fra tutti vari episodi legati al Palio.
Negli ultimi mesi della permanenza a Siena il dottor Natalini viene minacciato in maniera pesante. Un proiettile accompagnato da un biglietto. Al momento le indagini non hanno portato a nulla mentre il magistrato ha avuto la scorta fino a quando qualche giorno fa non ha raggiunto La Cassazione per il suo nuovo incarico. E l’ultimo periodo senese è stato avaro e amaro per questo magistrato.
Domani alle 13 saluterà il palazzo di giustizia della nostra città dove era entrato l’undici aprile del 2011 e dove ha pensato e forse anche scritto a notte fonda qualcuna delle sue trecento pubblicazioni. Ha lasciato la nostra città lo scorso 10 aprile nonostante il procuratore capo Salvatore Vitello avesse chiesto una proroga fino a giugno. Il Massimario non poteva attendere e così il dottor Natalini naturalmente allo scadere del settimo anno ha raggiunto la Capitale per nuove esperienze professionali.
Per curiosità stamani abbiamo raggiunto il terzo piano del palazzo di giustizia e suonato al campanello del dottor Aldo Natalini. Silenzio. E’ ovvio, e ad ad onor del vero fa un certo effetto non sentire la sua voce che educatamente ci respinge indietro dicendo: “Abbia pazienza sono molto impegnato”.
Era davvero un buon pm, ci dice un avvocato che incontriamo in ascensore. “Quando mi notificava qualche provvedimento – afferma il legale – mi metteva sempre in imbarazzo perché mi sembrava di rileggere il libro di procedura penale. E cosa dire della sue memoria di ferro…” Beh fin qui la storia senese di questo magistrato, ma il mondo non finisce in questo fazzoletto di terra toscana e quindi al dottor Aldo Natalini auguriamo nuovi successi professionali.
Cecilia Marzotti