“Fa strano pensare che da quei momenti, da quelle stragi sono trascorsi 30 anni. La mafia si combatte nella conoscenza e nella consapevolezza di quanto sia importante la difesa della legalità. I tragici fatti che ricordiamo qui oggi devono essere per noi uno stimolo per il nostro quotidiano impegno per la legalità e per i diritti”. Molto emozionante il discorso pronunciato dal prefetto di Siena Maria Forte ai giardini della Lizza in occasione della cerimonia organizzata, alla presenza di tutte le autorità territoriali, per commemorare le morti di Falcone e Borsellino a trent’anni dal 1992. Ancora Forte: “La mafia di oggi ha scelto la via dell’inabissamento ma si dimostra ancora letale e uccide anche quando apparentemente ‘non si sporca le mani’ anche limitando spazi di libertà e di iniziativa democratica. Da quelle stragi deve fiorire una primavera di democrazia e di diritti. Il sangue delle vittime di mafia deve essere un seme che dovrà germinare nelle terre della legalità e della giustizia”.
“Nel 1992 – le parole del sindaco di Siena, Luigi De Mossi – era in corso una guerra nei confronti dello Stato. Quelle organizzazioni criminali esistono ancora, oggi forse operano più sotto traccia ma non per questo sono meno insidiose. Oggi operazioni criminali si compiono anche attraverso la finanza. Il nostro dovere è non solamente ricordare quanto è avvenuto, ma anche fare tutto il possibile per garantire la legalità. Questo non deve essere quindi solamente un frangente di ricordo, ma deve essere anche propositivo. Dobbiamo tutti fare il più possibile per rendere questo Paese più civile e più legale”.