Da un lato l’accusa di volere l’uomo solo al comando e di rendere il Capo dello Stato un mero notaio e dall’altro la tesi secondo cui il popolo adesso sarebbe davvero sovrano e l’Esecutivo avrebbe maggiore legittimazione. Il botta e risposta sul premierato va avanti da inizio legislatura ma ora che il disegno di legge del ministro Casellati è approdato in Parlamento lo scontro si è fatto più duro. Ma la riforma cosa prevede? E se andasse in porto nel 2027 come e per cosa voteranno gli italiani? Prova a dare una risposta Luca Verzichelli, ordinario dell’Università di Siena di scienza politica. “Sarà una forma di governo dove l’Esecutivo sarà legittimato in parte dall’elezioni ed in parte da un meccanismo di fiducia”, le sue parole. Lettura super entusiaste si alternano ad allarmi catastrofisti: è normale dialettica politica, è il gioco delle parti. Ma il premierato garantirà davvero maggiore stabilità per il Paese? “La mia previsione è che questo sistema non sia la via maestra per rendere più semplificata e governabile l’Italia. Questo è un mito che intende seguire chi di solito vuol fare le riforme, senza capire quale è la governabilità nel lungo. Devo dire che è obiettivamente interessante il tentativo di rafforzare la capacità d’azione del Governo”, ha continuato. Secondo Verzichelli comunque, al di là dei grandi annunci che vengono fatti ora, sarà realizzato poco.