Il 26 agosto 1629 arriva in città come giovanissimo Governatore di Siena (aveva sedici anni) il principe Mattias de’Medici, terzogenito fra i maschi di Cosimo II e Maddalena d’Austria. Da bambino era destinato, come il fratello, al sacerdozio, ma data la sua scarsa predisposizione ben presto “svestì lo abito lungo e si mise in panni corti e spada accanto da cavaliero, avendo pensiero di non essere più prete”. Era stato investito del titolo di Governatore nel maggio del 1629 e giunto in città il principe, amante delle feste e del brio, trasforma la residenza senese in una sorta di mondana corte fiorentina. Pochi anni dopo, nel 1632, deve partire per la Guerra dei Trenta Anni e in sua assenza la carica di Governatore viene ricoperta dal fratello, il Cardinale Leopoldo. Ritorna in città nel 1641 e ricomincia ad animarne la vita senese con feste e giochi, soprattutto organizzando palii alla tonda con le Contrade, che si possono considerare i primi esperimenti del genere (come quello del 14 aprile 1641 oppure quello del 9 maggio 1643 per il suo trentesimo compleanno), e per questo è da considerarsi una figura centrale per la storia della Festa. Appassionato di ogni genere di corse di cavalli tiene molto alla sua “scuderia di barberi” che fa gareggiare nelle corse più rinomate. Nei palii alla lunga senesi di di mezz’Agosto non mancava mai il suo cavallo: nel 1662 una sua cavalla vince il palio, superando il barbero del Duca di Mantova (che aveva un’altra scuderia molto rinomata), ed invia, addirittura, un corriere per far sapere al fratello del trionfo, come fosse “un affare di stato”. Sensibile all’arte, alla musica e al teatro, protegge artisti come Justus Sustermans (dal quale si fa ritrarre in armatura), Volterrano, Jacques Courtois detto Il Borgognone, Livio Mehus. Mattias è un mecenate anche per gli artisti senesi, protegge Bernardino Mei, Tornioli, Petrazzi e Manetti e fa ingrandire il suo palazzo in Piazza del Duomo a Benedetto Giovannelli Orlandi, il maggiore architetto di Siena nel Seicento, trasformando l’edificio in una reggia. La gotta, però, non gli lascia scampo e muore l’11 ottobre 1667 a 54 anni. Il suo cadavere, imbalsamato, viene sepolto in Firenze nelle tombe medicee di San Lorenzo. Le viscere, però, vengono deposte nella chiesa di Provenzano: e dispone così per dimostrare la sua devozione alla miracolosa immagine della Madonna.
Maura Martellucci
Roberto Cresti