Siena

Il reliquiario del braccio di San Giovanni Battista torna all’antico splendore. E Siena lo celebra degnamente

“Quando l’ho rivista non l’avevo riconosciuta”. Guido Pratesi, rettore dell’Opera della Metropolitana, commenta così lo straordinario lavoro compiuto da Antonio Mignemi per restaurare l’opera del reliquiario del braccio destro di San Giovanni Battista.

Oggi, all’interno della Libreria Piccolomini, nel Duomo di Siena,  il reliquiario seicentesco è stato mostrato alla stampa e alla città dopo l’intervento di restaurazione . L’opera è polimaterica ed è realizzata in argento, oro, bronzo e rame dorati, vetro, perle, paste vitree e legno. Diverse sono state le fasi operative nel lavoro svolto. “Lo stato di conservazione mostrava diverse tipologie di alterazione superficiale e problematiche di tipo strutturale – spiega Mignemi nella sua relazione-. Il nostro intervento può essere riassunto così: documentazione, smontaggio di alcune porzioni dell’urna, pulitura delle superfici, ripristino delle deformazioni  e delle problematiche strutturali, applicazioni di vernici protettive e rimontaggio dei vari elementi”, prosegue Mignemi che aggiunge “durante la pulitura sono emersi dettagli poco visibili a causa delle alterazioni superficiale che ne impedivano la visibilità ed adesso, grazie al restauro, possiamo ammirarne più completamente le caratteristiche artistiche “.

“Come una Costantinopoli di perfezione (…)” : è con questa citazione di Albert Camus, che in alcuni suoi racconti parlava del suo viaggio a Siena che inizia l’interessante l’excursus tracciato da Don Enrico Grassini, direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi, che ha parlato del percorso che questa reliquia ha fatto per giungere a Siena, da Antiochia di Siria passando per Costantinopoli, dalla Serbia dove veniva usata per l’incoronazione dei re per poi tornare nelle mani della famiglia imperiale bizantina e da lì, dall’ultimo discendente della dinastia di Costantinopoli (Tommaso Paleologo, ndr) è stata donata a Papa Pio II il 5 maggio 1464 e il pontefice l’ha donata a Siena il giorno successivo (6 maggio 1464): “La storia interessante che accompagna questa reliquia è quella legata alla politica e alla diplomazia internazionale, che in quel periodo stavano cercando, attraverso queste donazioni di immagini sacre e di reliquie alle grandi potenze dell’Europa del tempo, si sensibilizzare affinché partissero per una campagna militare alla riconquista dell’Oriente cristiano”.

 

 

 

Il reliquiario è stato fatto realizzare nei primi anni del’600 dall’Opera della Metropolitana per avere una migliore custodia per la sicurezza del braccio destro dell’Evangelista. “E ‘una tradizione bella che rinnoviamo e che è attestata da tutti i grandi cronisti ed eruditi senesi del passato”, ha detto Grassini.

“Siamo testimoni oculari di un significativo momento che valorizza un’opera. Qui ci sono troppe cose per contenerle tutte, questa città è uno scrigno”, è il commento del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena che poi si focalizza sulla figura di San Giovanni Battista: “è lo snodo tra due mondi: tra Vecchio e Nuovo Testamento, è colui che ci indica la strada verso Gesù”. Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, parla invece di “un’occasione per comprendere che la città si deve dirigere nuovamente verso le sue tradizioni e i suoi valori. La nostra artigianalità può essere arte. Penso alle contrade e alle bandiere, sono piccole occasioni che ci fanno capire che la cultura non deve essere trascurata ma è una ricchezza verso cui dobbiamo dirigerci”.

L’iniziativa odierna anticipa la solennità della natività di San Giovanni Battista. Lunedì 21 giugno alle 9 S.E l’arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice e il sindaco Luigi De Mossi presidieranno, nel Duomo, l‘ostensione della Santa reliquia del braccio destro  che sarà esposta alla pubblica venerazione dal 21 al 24 giugno, i giorni del Triduo della solennità della natività del Battista.

La reliquia è custodita in una stanza segreta, all’interno della Cattedrale, ed è  è conservata dentro un cassone blindato del ‘400. All’interno del cassone, inviolabile, c’è una pergamena posta in un cilindro di piombo e quell’antica scrittura narra la storia della reliquia e questa narrazione viene direttamente dalle parole del Cardinal Bessarione, uno dei grandi protagonisti del contesto politico nel quale la requia fu donata alla città di Siena per farsi, la Repubblica di Siena, promotrice della crociata per liberare la Grecia dai turchi. Il cassone si apre ancora tramite due serrature: una chiave è conservata dal Comune di Siena (effettivo proprietario della reliquia), l’altra è conservata dal Capitolo Metropolitano

Il 21, il 22 e il 23 giugno, alle 18.30, si terrà la Santa Messa in Cattedrale. Il 24 giugno, alle 18.30, il cardinale Lojudice celebrerà la Santa Messa solenne per la natività del Battista. Il programma delle celebrazioni, organizzato dall’Arcidiocesi di Siena, dall’Opera della Metropolitana, dal Comune di Siena e da Opera Laboratori, prevede anche degli eventi culturali paralleli lunedì 21 giugno, alle 17.30, nella sala del Mappamondo di palazzo Pubblico, Elisabetta Cioni e Francesco Fattorini presenteranno il libro Francesco d’Antonio. Il reliquiario del braccio destro di San Giovanni Battista, Oreficeria a Siena al tempo di Pio II.

L’evento del 21 giugno potranno essere seguiti in diretta streaming sulla pagina Facebook Complesso del Duomo di Siena e sul canale youtube Opera Laboratori streaming.

 

 

 

 

marco crimi

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