Siena

Il Siena Rugby riparte dalle buone prestazioni della prima squadra. Rizzi: “Al lavoro per il nuovo settore giovanile”

Un anno complicato, ma i risultati stanno portando speranza per il futuro. Come molte società sportive senesi, anche il Cus Siena Rugby 2000 sta patendo la mancanza di strutture, per poter dar vita ad un progetto sportivo solido.

Con i lavori allo storico Sabbione, il rugby senese è uscito dalle mura e momentaneamente si allena e gioca al campo di Gracciano, in cui la prima squadra, che milita nel campionato nazionale di serie B, sta facendo vedere tutto il suo carattere e attualmente occupa la metà della classifica.

“Con tutte le difficoltà del caso ci siamo concentrati maggiormente sulla squadra senior – commenta Antonio Cinotti, vicepresidente Cus Siena -, che nel terzo campionato nazionale sta facendo grossi passi in avanti. Siamo in chiusura del girone d’andata e l’anno scorso non avevamo ottenuto i punti che abbiamo fatto finora; quindi, non possiamo che essere orgogliosi del lavoro svolto. Insieme al Valdelsa Rugby, siamo riusciti a formare una squadra cadetta, che milita in serie C regionale. Lì cerchiamo di tirare fuori le nuove leve, per poi portarle pronte in prima squadra”.

Il Siena Rugby conta oltre 50 atleti, tra senior e squadra cadetta, ma fino a che il Sabbione non tornerà agibile, il progetto per il settore giovanile non può andare avanti.

Il rientro a casa è previsto per settembre 2024, ma la società si sta già portando avanti con il lavoro, con l’obiettivo di far appassionare più ragazzi possibile per dare solidità, continuità e per far conoscere i valori di uno sport ancora troppo sottovalutato nel nostro paese.

“Senza casa non si vive – spiega Michele Rizzi, presidente Siena Rugby 2000 -. Siamo in contatto con il Comune quotidianamente e ci hanno garantito il rientro a settembre; infatti, abbiamo già iniziato ad illustrare il nostro progetto nelle scuole per creare curiosità nei ragazzi e per far conoscere loro questo sport. L’ideale sarebbe avere doppie categorie dal minirugby all’under 14, perché così si crea continuità e i bambini possono crescere nel migliore dei modi. Successivamente, si passa all’under 16 ed all’under 18. Per arrivare a tutto ciò, ci vorrà tempo, ma sono sicuro che lavorando per bene si potrà raggiungere ottimi risultati”.

Pietro Federici

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