La crisi economica ha dimostrato che un mercato in cui il profitto sia l’unico obiettivo non sia sempre valido e che è giunta una nuova stagione in cui è necessario allargare lo spazio pubblico al terzo settore, protagonista di una nuova coesione sociale. In questo contesto le fondazioni, come incubatori sociali, e i professionisti sono determinanti per l’ingresso nel mercato delle imprese del terzo settore con i loro caratteri di democraticità e finalità comunitarie. E’ quanto è emerso ieri, giovedì 23 giugno durante il convegno “Terzo settore: modello economico e sociale per un nuovo sviluppo”, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Siena con la collaborazione della Fondazione Mps.
“Il ruolo del commercialista – ha detto Giancarlo D’Avanzo, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Siena – si snoda quotidianamente sia in ambito pubblico che privato. Le nostre esperienze professionali ci portano ad affermare con convinzione che, operando nel modo del sociale e della solidarietà, ci sia la possibilità di contribuire a migliorare la nostra società ed agevolare una crescita sana e sostenibile di un settore che ha il pregio di essere al fianco proprio dei più bisognosi. Come professionisti e cittadini vogliamo pertanto promuovere la cultura della solidarietà in senso lato, un valore costituente che si traduce in buone pratiche e buona economia. Riteniamo che all’interno del terzo settore vadano a riunirsi una serie di principi che possano permettere la costruzione di una maggiore coesione sociale e quindi una nuova spinta verso lo sviluppo rispetto al quale mettiamo a disposizione la nostra professionalità”.
“Le fondazioni – ha detto Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena – creano con il mondo del volontariato una sinergia e una collaborazione basate sul principio della sussidiarietà, ridistribuendo le risorse a vantaggio del territorio e attraverso bandi che permettono di agire in maniera trasparente di fronte alla collettività. Oggi assistiamo ad una crescita di bisogni che però non trovano risposte nelle sempre minori risorse, con il rischio di un’influenza negativa tra i settori che porta il terzo ad una perdita di autonomia. Il mondo del volontariato è chiamato inevitabilmente a misurarsi con un tipo di gestione aziendalistica e quello che ci auspichiamo è che ciò avvenga senza l’abbandono dei valori di solidarietà e coesione sociale che lo contraddistinguono. Per questo motivo riteniamo importante offrire validi strumenti di preparazione per la gestione dei fondi e della rendicontazione attraverso l’alta formazione per il volontariato”.
Al convegno, moderato da Valentina Melis, giornalista de “Il Sole 24 Ore”, hanno portato il loro saluto Gerarda Maria Pantalone, prefetto di Siena; Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena e Luca Verzichelli, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Siena e sono intervenuti anche Riccardo Mussari, ordinario di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche presso l’Università degli Studi di Siena; Adriano Propersi, consigliere dell’Agenzia per le Onlus e docente di economia delle aziende pubbliche e delle organizzazioni non profit presso l’Università Cattolica di Milano; Edoardo Patriarca, consigliere dell’Agenzia per le Onlus e componente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e Patrizio Petrucci, presidente del Cesvot.