“Il tema della legalità è molto ampio, noi, trovandoci a Suvignano, partiremo proprio dal tema dei beni confiscati alla mafia”. Così Daniela Spiganti, segretaria confederale della Cgil Siena, esordisce questa mattina a margine dell’evento ‘Il valore della legalità’. Questa mattina infatti, nella tenuta di Suvignano, il sindacato ha discusso dell’importanza della legalità, con interventi da parte di istituzioni e non solo. La tenuta di Suvignano fu sequestrata nel 1996 a Vincenzo Piazza, imprenditore edile appartenente a Cosa nostra, e confiscata in via definitiva nel 2007; infine, dopo un lungo iter giudiziaria, è nata l’attuale tenuta, affidata in gestione a Ente terre regionali toscane, in accordo con regione Toscana e i comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo. Quella che ha riguardato l’azienda agricola è tutt’ora la più grande confisca avvenuta in una regione del centro-nord Italia: il patrimonio immobiliare consta attualmente di 24 edifici, per una superficie complessiva di 2.899 metri quadrati e 76,5 vani. Due degli immobili sono adibiti ad uso agrituristico.
“Questa iniziativa – prosegue la Spiganti – è stata voluta dalla Cgil di Siena e sono state coinvolte istituzioni e associazioni. L’obiettivo è accendere i riflettori su un fenomeno che purtroppo riguarda anche la nostra provincia”. “Dobbiamo concentrarci su temi – spiega – come il caporalato, le infiltrazioni mafiose e tutto quello che è il mondo del lavoro irregolare. Noi pensiamo di essere indenni da certi fenomeni e che la mafia sia lontana da noi. Ci sono diversi beni già confiscati e non ancora assegnati. Proprio Suvignano viene considerata la casa della legalità”.
Alla segretaria Spiganti fa eco Seggiani, segretario generale della Cgil Siena: “Dobbiamo mettere assolutamente in evidenza quella che è una tragedia che investe il nostro paese, quello dell’illegalità diffusa. Tutti questi fenomeni si amplificano nei periodi di crisi e nei prossimi mesi dobbiamo tenere questo aspetto sotto attenzione”. “L’illegalità diffusa – aggiunge – non si manifesta solo nel caporalato, ma anche nel lavoro nero, nel lavoro grigio e nello sfruttamento dei lavoratori in determinati settori”. “Oggi siamo in un luogo simbolo – conclude Seggiani – della lotta alla criminalità, ed è il posto più adatto per parlare di determinati argomenti. Noi dobbiamo trasmettere la cultura della legalità, insegnare a non voltarsi dall’altra parte e a denunciare quando c’è la necessità”.
Emanuele Giorgi
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