Grazie alle progressive riaperture sui mercati e alla ripartenza del settore Ho.re.ca. (Hotel, ristoranti e catering), il valore delle esportazioni del vino italiano nel 2021 è salito quasi al 16% rispetto al primo semestre del 2020 per un valore di 3,3 miliardi di €. A trainare questa tendenza, sono principalmente i vini Piemontesi che sono cresciuti del 24%, seguiti dai vini Toscani che registrano una crescita del 20%. In netta ascesa gli spumanti italiani mentre in senso opposto viaggia il vino “bag in box” con un calo del 7%, dovuto forse alla concorrenza spagnola. È quanto emerge dall’analisi condotta dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.
Sorprendentemente, il Paese che ha registrato una percentuale maggiore di importazioni di vino italiano è la Cina con +36%, risultato questo sul quale può aver inciso la crisi dei rapporti con l’Australia, seguita dalla Russia (+29,4%) e dalla Germania (+9,3%). Gli Stati Uniti pur essendo un mercato solido sono sotto la media (+1%, ma sul 2019 l’incremento è di quasi il 6%), Uk (-0,4%) e Canada (+2,5%). Crescono le importazioni dei vini fermi (+6,9%, con il prezzo medio salito a +5,9%), mentre gli sparkling incrementano le vendite dell’11,1%, con una riduzione del prezzo medio del 4,8%.
“Dall’analisi dei dati – ha detto il responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini – emerge una sorta di ‘revenge spending’ che sta trainando il commercio mondiale di vino e che interessa i vini di fascia medio-alta, come desumibile anche dai prezzi medi all’import. Una conferma a questa tesi arriva analizzando l’export dei Dop italiani e francesi, con i rossi Dop del Piemonte a +24% o i rossi Dop toscani a +20%. Tendenza ancora più evidente per i rossi a denominazione francesi, con il Bordeaux a +61% e il Borgogna a +59%, ma anche per gli sparkling d’Oltralpe, Champagne in primis, che volano a +56% nel mondo e a +70% negli Usa”.
In attesa della Vinitaly Special Edition, prevista dal 17 al 19 ottobre prossimo a Verona, ha commentato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Il settore è uscito, si spera definitivamente, da una crisi senza precedenti grazie ai fondamentali dei suoi operatori, alla loro organizzazione commerciale e alla forza del brand tricolore. Oggi, in particolare con i nostri vini simbolo, siamo al centro del fenomeno legato ai ‘consumi di rivalsa’ post-Covid: un effetto traino da intercettare e da cui ripartire consolidando ancora di più le quote di mercato. Anche a questo servirà Vinitaly Special edition, l’evento business di ottobre con la presenza di buyer, distributori, delegazioni estere dai principali paesi target per il settore”.
Stefania Tacconi
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