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Imposta di soggiorno, Marrucci: “Introiti vadano a comuni per gestire effetti dell’overtourism”

“Non possiamo accettare che i Comuni siano penalizzati da una riforma dell’imposta di soggiorno. L’obiettivo non può essere far pagare di più, ma garantire che tutto il gettito previsto sia effettivamente incassato dai comuni e che resti nelle loro disponibilità per gestire gli effetti del turismo sulle comunità”.

Questa l’osservazione del presidente toscano di Autonomie locali italiane e sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci. Quello dell’imposta di soggiorno sarà il tema caldo che terrà banco tra chi opera nel turismo.

C’è una bozza del Governo che ipotizza una rimodulazione della tassa fino a 25 euro. E questa proposta è attenzionata dagli enti locali, che più che un cambiamento dei massimali,  sperano di poter sfruttare le risorse contro l’over tourism.

“Non siamo ideologicamente contrari a una riforma dell’imposta di soggiorno – dice Marrucci – ma vorremmo un reale confronto con il governo. Ad esempio si ipotizza di cambiare lo schema tariffario, passando da una tassa per persona a una legata al prezzo della camera, senza considerare le variazioni di gettito che ne potrebbero derivare. Inoltre, poco o nulla si dice riguardo al rafforzamento dei controlli – un aspetto cruciale per la gestione efficace dell’imposta -, così come niente si dice sull’obbligo che dovrebbero avere le agenzie online nel riscuotere per conto dei comuni l’imposta per riversarla agli enti locali. Tutto in trasparenza e alla luce del sole”.

Tra le richieste anche quelle di maggiori controlli e di far pagare l’imposta anche agli operatori online. Altro punto poi è quello di poter sfruttare le risorse in entrate per gestire i flussi turistici.

“Come Ali Toscana – sottolinea Marrucci – chiediamo che una parte dell’imposta di soggiorno sia finalizzata a coprire almeno parte dei costi aggiuntivi sostenuti dai Comuni nella gestione dei flussi turistici, come ad esempio quelli relativi ai rifiuti, al trasporto locale e alla vigilanza municipale che oggi gravano tutti sulle comunità amministrate”.

“Ciò che serve – conclude Marrucci – è una riforma equa, che non penalizzi i cittadini residenti e garantisca le risorse necessarie per mantenere i servizi comunali. Se la riforma proposta dal governo si tradurrà solo in un modo per far cassa a discapito dei cittadini e dei Comuni, non potremo accettarla. Non vogliamo che l’imposta si traduca in un pannicello caldo per tutti i comuni per recuperare gettito, dato che il governo ha riproposto, già da quest’anno e per i prossimi cinque, tagli alla spesa corrente delle autonomia locali.”

marco crimi

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