In bici sulla Francigena contro il Parkinson: la sfida di Paolo Muzi passa da Siena

Mille chilometri in venti giorni per vivere La vita senza i limiti di una diagnosi. La sfida è quella di Paolo Muzi, pensionato sessantatreenne romano, da anni affetto dal Parkinson che ha deciso di percorrere la via Francigena in bici, dal Gran San Bernardo a Roma, per due motivi: ricordare l’importanza dell’esercizio fisico per chi soffre di questa malattia e mantenere alto l’umore, limitando così i sintomi non propriamente motori. “Ho coinvolto la mia neurologa (la dottoressa Laura Vacca del San Raffaele di Roma), che si è detta entusiasta, e la fondazione Limpe che ha dato il patrocinio – spiega – . Il riscontro che abbiamo avuto è stato eccezionale: in tanti hanno portato una loro testimonianza, ci hanno chiesto informazioni. Agenzie di stampa, come Ansa e Adnkronos, hanno riportato la notizia. Con i nostri mezzi, che non sono potenti, abbiamo ottenuto qualcosa di straordinario”. “Tremare senza paura” è il nome del suo progetto, che sta attraversando il cammino di Sigerico e che in questi giorni ha fatto tappa a San Gimignano, Colle Val d’Elsa, Monteriggioni, Siena e San Quirico d’Orcia. Oggi quando lo abbiamo contattato Paolo si trovava a Radicofani. Numerose le persone che hanno condiviso con Muzi un caffè, una chiacchierata o una pedalata in bici durante il tragitto. La sua avventura si concluderà il 26 settembre a Roma. “Il mio messaggio? Che le persone come me non si fermino alla sola diagnosi ma trovino soluzioni attraverso l’attività fisica e non solo quella medica e curativa”, conclude

MC