“Quello che non deve mancare adesso è la capacità di sapere guardare oltre. L’augurio è di speranza per un futuro che sarà migliore se ognuno di noi metterà quell’ impegno per fare si che sia così “. Stavolta è l’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice a celebrare la Cerimonia dedicata alla Madonna di Provenzano.
Non è una prassi che si presente ma Lojudice è voluto stare vicino alla città in un momento difficile. “Purtroppo nemmeno quest’anno non ci sarà il Palio e so quanto è costata caro la decisione di non farlo – dice durante l’omelia-. Sappiamo quale è la volontà di recuperare quanto abbiamo perso ed insieme si può costruire qualcosa di buono e di bello. Maria è colei che ha accolto qualcosa di inatteso e inedito da Dio e questo è l’insegnamento per la vita di ciascuno di noi. La vita è piena di momenti che non possiamo prevedere”. Lojudice continua: “L’attesa di Maria è l’attesa della convinzione che Dio fa il bene di ciascuno di noi”
Oggi sarebbe dovuto essere un momento di cerimonia, di festa, la chiesa di Provenzano avrebbe accolto un tripudio di colori accompagnati dal suono dei tamburi e dal fruscio dello sventolio di bandiera. Niente di questo però è successo e, per il secondo anno di fila, dentro la collegiata si vedono solo le chiarine ed i vessilli del Comune e delle 17 contrade, il sindaco di Siena Luigi De Mossi ed i 17 priori. Durante la messa è stata offerta una corona di fiori da parte del Magistrato delle contrade ed anche il cero che è stato offerto simbolicamente dalla città in segno di reverenza verso la Madonna.
Dopo Lojudice prende parola De Mossi che parla, ancora, davanti ad una chiesa semi-vuota. Provenzano, in altri momenti, sarebbe stata colma di contradaioli presenti ad attendere l’arrivo del cencio con la speranza di poterlo rivedere nella propria chiesa di contrada. Come nel 2020, però, il porta Palio è ancora vuoto. “Le parole sono poche perché ieri abbiamo deciso di annullare l’ultimo palio ordinario- esordisce così-. Per la seconda volta vediamo le nostre bandiere che si alzano e che si abbassano senza darci la soddisfazione del giubilo e il rammarico della sconfitta”.
“Quello che manca in questo anno non potrà mancare negli anni prossimi -promette il sindaco-. Domani sono sicuro che in contrada i nostri 17 priori sapranno raccontare ai più giovani gli aneddoti del passato”. La chiosa è un messaggio agli onorandi: “Troverete le parole per dire ciò che siamo stati e quello che saremo perché noi e voi ci saremo sempre. La rinuncia al nostro rito è soltanto un momento. Ci sarà un’altra stagione perché non finiremo mai”.
MC
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