Arrivano nella provincia di Siena le “serate di Nomadelfia”, con cinque spettacoli in altrettanti comuni del territorio dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Il primo appuntamento si è tenuto ieri, lunedì 10 luglio, a Castellina scalo; giovedì 13 sarà la volta di Sinalunga (parcheggio del Cassero); domenica 16 Colle di Val d’Elsa (Piazza unità dei popoli); mercoledì 19 Monteroni d’Arbia (Piazza Resistenza); infine sabato 22 Sovicille (Pieve di ponte allo Spino).
Le “serate di Nomadelfia” sono un modo originale e coinvolgente con cui Nomadelfia si fa conoscere attraverso danze eseguite dai suoi giovani, brevissimi video e folgoranti interventi sullo stile della commedia dell’arte, che ne fanno un evento artistico e un messaggio di vita appassionante, che continua a coinvolgere ed emozionare ancora dopo 50 anni di vita.
I Nomadelfi fissano il loro alloggio in una località vicino a dove si svolge la serata, presso qualche scuola o istituto loro concesso, adattandosi con spirito di povertà e francescana essenzialità: il gruppo è costituito da 110 persone, genitori e figli, che si muovono con i mezzi necessari per il trasporto delle persone e delle attrezzature (5 autoarticolati, 3 pullman, furgoni e alcune automobili).
Nelle “Serate” c’è lavoro per tutti. Per il montaggio degli impianti i Nomadelfi sono divisi in piccole squadre, ognuna con proprie mansioni: pubblicità, pubbliche relazioni, addetti al palco, all’impianto sonoro ed elettrico, alle sedie, ai costumi, alla distribuzione delle pubblicazioni di Nomadelfia a fine serata, alle riprese cinematografiche, alla pulizia della piazza. Al mattino presto gli adulti con l’aiuto dei figli più grandi, in età idonea, predispongono e allestiscono nella piazza le varie strutture. Alla sera sotto il gioco magico dei riflettori si alternano sul palco un centinaio circa fra bambini, adolescenti e giovani, in una serie di danze popolari di vari paesi (danza greca, tarantella, danza gitana, danza irlandese, danza messicana, danza western, danza pellerossa, danza russa) e di coinvolgenti scherzi e figurazioni acrobatiche.
Le “Serate” si rivolgono indistintamente a tutte le componenti della popolazione dai giovani alle famiglie, a credenti e non credenti, e sono una manifestazione unica nel suo genere. Attraverso le “Serate”, Nomadelfia vuole portare ovunque nel mondo il messaggio che la fraternità è possibile, che sola può cambiare il volto dell’umanità e restituirle la speranza.
“Cosa portiamo? – diceva il fondatore don Zeno. – Portiamo la nostra vita. Sono uomini a presentarsi, non belle idee. Nomadelfia è un popolo fraterno anche se piccolo e può darsi che la sua testimonianza riesca a muovere molti, perché oggi più che mai occorre un movimento di popolo che realizzi la fraternità per trasformare il mondo”.
E recentemente nella visita a Nomadelfia del 10 maggio 2018, Papa Francesco ha portato il suo incoraggiamento a continuare a portare un messaggio di gioia e speranza: “Di fronte a un mondo che talvolta è ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo”.
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