6 mila persone, solo in Toscana, risultano essere HIV positive. A questo dato purtroppo vanno poi aggiunte le nuove diagnosi di infezione che, negli ultimi anni si sono attestate intorno a 300 l’anno. Nel 2017 ultimi dati disponibili, i nuovi malati di Aids sono stati 263 con un’ incidenza per 100.000 abitanti del 6,3%, che pone di fatto la Toscana al 5° posto a livello nazionale.
“Oltre il 90% sono in terapia e oltre il 90% di questi sono in soppressione virologica (dati estratti da alcuni dei centri maggiori) – dichiara il professor Massimo A. Di Pietro Coordinatore Malattie Infettive Azienda USL Toscana-Centro-, i casi prevalenti di AIDS sono 1659 (aggiornamento al 2015). Per il secondo anno consecutivo non sono stati registrati casi pediatrici e la trasmissione sessuale supera il 90%: Eterosex 48,5% (M 26,8 – F 22,6); MSM (Men who have sex with men) 43,8%; IDU (Injective Drug User) 6,7%, dato in controtendenza rispetto gli anni precedenti. Nei centri maggiori la percentuale di MSM e IDU pesano maggiormente, ad esempio a Firenze raggiungono rispettivamente il 50,1% e 8,9%”.
Oltre 37 milioni di persone vivono nel mondo con l’infezione da HIV. In molti paesi la proporzione di pazienti che ha accesso alla terapia antiretrovirale, in grado di controllare la replicazione del virus oscilla tra il 50 e il 60%. Ma in Italia lo scenario è decisamente migliore: oltre il 90% dei pazienti che accede alle cure è “undetectable”, ossia in grado di controllare completamente la replicazione virale. Entro l’autunno saranno disponibili in Italia due nuove opzioni terapeutiche in STR (single tablet regimen), presentate durante l’11esima edizione del Congresso ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Researc: la prima prevede l’utilizzo dibictegravir, inibitore dell’integrasi di seconda generazione, mentre la seconda di doravirina, inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa di ultima generazione.
“Abbiamo necessità – spiega Antonella Castagna, Professore associato Malattie Infettive, Università Vita Salute San Raffaele Milano – di nuove opzioni terapeutiche per prevenire e combattere il fenomeno della resistenza, fenomeno fortunatamente molto limitato in Italia ma che affligge già i paesi a risorse terapeutiche limitate. Per i pazienti italiani HTE (highly treatment experienced), con limitate opzioni terapeutiche (si stima il 3-5% dei pazienti che ha accesso alle cure) si è in attesa di due nuovi farmaci, entrambi capaci di ostacolare l’ingresso del virus nella cellula con meccanismo d’azione innovativo. Fostemsavir è un farmaco antivirale, somministrabile per via orale, che agisce impedendo il legame tra il virus HIV e il recettore CD4 presente sulle cellule. Esistono già trials molto solidi – spiega Antonella Castagna – in cui sono stati inseriti anche pazienti italiani, che dimostrano l’efficacia e la sicurezza del farmaco nella terapia dei pazienti complessi”.
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