In Valdichiana tornano i trattori. La rabbia degli agricoltori: “Beni venduti sottocosto, così il settore crolla”

A Bettolle si sentiranno di nuovo i clacson dei trattori e il loro suono arriverà nelle stanze della politica e delle associazioni di categoria. Il prossimo 28 gennaio al casello dell’autostrada in Valdichiana ritorna, a un anno di distanza, il corteo di protesta del mondo agricolo.

Stavolta la sigla che organizza la mobilitazione è quella del Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi). Un centinaio invece i manifestanti attesi a Bettolle, anche se il numero potrebbe variare, visto che la manifestazione andrà avanti più giorni.

I problemi denunciati restano i soliti: carenza di risorse idriche e di interventi strutturali per il comparto, difficoltà legate alla competitività del settore ed un’inflazione galoppante

“Nei supermercati, i prodotti italiani sono solo una piccola parte. Quello che voglio far capire è che la mia azienda si occupa sia di cereali che di allevamento bovino, e posso confermare che i prezzi all’ingrosso sono calati rispetto all’anno scorso – dice Fabio Iacomini, del Coapi – . Tuttavia, quando facciamo la spesa, il carrello è sempre più caro. Non siamo autosufficienti al 100%, quindi ci rendiamo conto del divario: da un lato, noi produttori vendiamo a prezzi sottocosto, dall’altro i consumatori pagano sempre di più. Questo sistema non funziona. Vogliamo sensibilizzare i cittadini, anche a costo di creare qualche disagio, perché è una battaglia che riguarda anche loro. Se i produttori falliscono, i consumatori ne pagheranno le conseguenze – aggiunge-. I prezzi delle attrezzature agricole sono triplicati, il gasolio è sempre più caro, e si parla di ulteriori rincari dal 2026. Siamo al limite: non si riescono a coprire i costi, e così non si può andare avanti. Continuando in questo modo, si rischia il fallimento generale del settore”.

Il coordinamento ha chiesto tra l’altro lo stato di crisi per l’agricoltura. Quattro i presidi in Toscana, tra le province di Siena, Lucca e Grosseto.

“Io ho 50 anni e, quando ne avevo 20, non mi sarei mai immaginato di protestare per la sopravvivenza della mia azienda. Oggi veniamo visti come quelli che vivono di contributi, ma ne ho abbastanza di questa narrativa. I sussidi, come la Pac, sono diminuiti drasticamente negli anni, mentre i prezzi dei nostri prodotti sono crollati. Non si riescono a coprire le spese – prosegue Iacomini – . Vogliamo vivere del nostro lavoro, con le nostre forze. Produciamo grano di qualità, vino eccellente, formaggi e carne di alto livello: questi prodotti meritano di essere pagati al loro giusto prezzo”.

MC