Inaugurato il parco Norma Cossetto, il sindaco: “Non è tempo di polemica ma di rispetto”

“Non è il tempo di polemica politica ma di rispetto” così si è espresso il sindaco di Siena Luigi De Mossi durante l’inaugurazione del parco in zona piazza Amendola intitolato a Norma Cossetto, giovane italiana rimasta vittima delle foibe.

“Bisogna collocare i fatti – dice il sindaco – per come si sono svolti e non per fare tifoseria politica. Non possiamo distinguere questo episodio dai tanti episodi verificati in un preciso contesto storico; possiamo solo rispettare, onorare e comprendere. Oggi intitoliamo un parco a Norma Cossetto, una nostra connazionale, 23 enne, rimasta vittima del totalitarismo comunista. Oggi ricordiamo e, ancora una volta, condanniamo una forma politica che, da sempre, impone il suo pensiero con la forza, anche a costo della vita”.

All’inaugurazione presente anche Francesco Michelotti, assessore alla Sicurezza, urbanistica, edilizia privata, sito Unesco, nonché esponente di Fratelli d’Italia, partito da cui era partita la proposta. Michelotti, spiega: “credo che aver inaugurato il parco a Norma Cossetto abbia un valore importante per la comunità e per la città; tempo fa abbiamo avuto la possibilità di ricordare anche cinque concittadini senesi vittime del dramma delle foibe”.

Infine, Emanuele Merlino, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, rispondendo ad una domanda sul comunicato Anpi uscito nella giornata di ieri, si è espresso così: “non c’è ancora memoria condivisa perché è l’Anpi a non volerne avere”. “Oggi il comune di Siena intitola un parco a Norma Cossetto, una ragazza di 23 anni uccisa barbaramente; noi siamo qui a commemorarla, mentre l’Anpi se ne tiene fuori” conclude Merlino.

A portare i suoi saluti è stato anche Francesco Torselli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, il quale ha dichiarato: “Sono onorato e commosso di aver partecipato all’intitolazione del primo parco pubblico toscano intitolato a Norma Cossetto. Norma, a soli 23 anni, fu uccisa e gettata nella foiba di Villa Surani dai partigiani titini. E’ diventata un simbolo di libertà ma oggi più che mai c’è bisogno di intitolarle un luogo pubblico per non dimenticare. Chi si ritiene politicamente corretto, si prodiga a voler far dimenticare queste vittime dell’orrore della seconda guerra mondiale: come se i morti avessero colore politico. E’ vergognoso che un’associazione come Anpi, che campa con finanziamenti pubblici, definisca Norma una presunta vittima delle foibe: come si fa ad affermare una tale fesseria? I massacri sono da condannare da qualsiasi lato li si osservi”.

Emanuele Giorgi

Niccolò Bacarelli