Siena

“Incanto di pace”, domani la voce di Noa brilla sotto le stelle del Duomo

Le radici piantate nei millenni di Yemen ed in Israele e la formazione musicale avvenuta nel mondo del jazz statunitense. Ma Achinoam Nini, in arte Noa però è capace anche di altro: di fare sbocciare dei fiori magnifici ovunque canti una canzone.

La ragazza, che si è esibita fronte a papi, presidenti, in Vaticano e alla Casa Bianca, sarà l’assoluta protagonista di un evento unico domani alle 21.15 nella Cattedrale di Santa Maria Assunta. La serata è offerta da Opera della Metropolitana, Opera Laboratori, insieme all’Arcidiocesi. Noa è un’artista “a tutto tondo che canta, scrive e compone con la grazia del talento e del pensiero. Ed è anche un’attivista per la pace, bella e forte come un giglio che spunti tra i reticolati. A ogni suo concerto cade un muro tra culture e religioni, a ogni sua canzone appare un impensabile ponte di dialogo tra i popoli, in un incessante invito alla comprensione reciproca”, commentano gli organizzatori.

E così il suo canto e la sua visione spirituale faranno brillare di gioia le stelle del Duomo in quello che è un appuntamento imperdibile. “Incanto di pace. Noa, sotto le stelle del Duomo” così si chiama la serata dove la celebre cantante, voce della colonna sonora de “La Vita è bella, sarà accompagnata dal suo storico chitarrista Gil Dor e dal Solis string quartet, formazione composta da Vincenzo Di Donna (violino), Luigi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola), Antonio Di Francia (violoncello, arrangiamenti). Il programma sarà come un viaggio nel Mediterraneo fatto di canzoni napoletane, yemenite, arabe, ebraiche. Ma c’è anche Bach, ovvero lo smisurato che si rivela, che ci emoziona e ci nobilita.

Noa, spiegano ancora gli organizzatori, “celebrerà l’incontro tra culture nel segno della spiritualità e della comprensione reciproca, influenzata dall’ambiente israeliano, in cui è nata, fatto di guerra, terrorismo, dolori, ma anche di desiderio di pace e speranza”.

La serata inizierà con una riflessione del cardinale Augusto Paolo Lojudice sull’urgenza di “spezzare le spade per farne aratri, le lance per farne falci” (Isaia 2,1-5).

marco crimi

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