Inchiesta Mps-Mediobanca, Schlein: “Giorgetti riferisca in aula”

“Il quadro che emerge dall’inchiesta in corso sull’operazione di Mps su Mediobanca conferma le gravi preoccupazioni che abbiamo espresso nei mesi scorsi”, afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. “In particolare per il ruolo opaco del governo e del Mef. L’unico interventismo in economia – aggiunge – lo ha dimostrato favorendo scalate di cordate considerate amiche, anziché far rispettare le regole di mercato”.

Da qui la richiesta: “Giorgetti venga subito a riferire in Aula per chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda”. La segretaria del Pd conclude che “la magistratura farà il suo lavoro”, ribadendo però che “il governo deve chiarire al Paese ciò che è accaduto”.

Secondo il leader del Movimento 5 Stelle “la vendita accelerata della quota pubblica da parte del Ministero appare sempre più priva di una logica industriale e sempre più legata a dinamiche di potere. Un asset risanato con ingenti risorse dei cittadini sembra essere stato utilizzato come leva per facilitare l’avanzata di gruppi privati vicini all’Esecutivo verso Mediobanca – e, di riflesso, verso Generali – due pilastri del sistema finanziario nazionale”.

Sul fronte giudiziario, la procura di Milano nel decreto di perquisizione scrive che “tutto lo svolgimento della procedura” di vendita del 15% di Mps del 15 novembre 2024 “è stato caratterizzato da diverse e vistose anomalie” che hanno avuto come scopo quello di destinare una parte cospicua di azioni di Rocca Salimbeni a “soggetti predeterminati, volendo tuttavia generare all’esterno l’apparenza di una procedura ’aperta’, ossia trasparente, competitiva e non discriminatoria”.

L’indagine coinvolge l’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio, il presidente di Delfin Francesco Milleri e l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone.

Il sostegno del Ministero all’operazione “ha posto in rilievo anche la questione, afferente al tema del conflitto di interessi, relativa alla sua veste a un tempo di azionista rilevante di Mps e titolare della cosiddetta Golden Power, strumento utilizzato in altra recente occasione, ma non in questa, con modalità che hanno portato l’offerente a rinunciare all’operazione stessa”, si legge ancora.