“Per quanto riguarda il collega: ieri sera ha subito una prima operazione, durante la quale gli hanno bloccato la frattura. Tra una settimana dovrà affrontare un altro intervento per riattaccare l’osso”.
A riferirlo Stefano Borgogni, membro della rappresentanza sindacale della Beko di Siena.
Lo ricordiamo: un’operaia di 53 anni, al primo giorno in azienda dopo la cassa integrazione, si è fratturata ieri un piede dopo essere caduta vicino alla sua postazione all’altezza di una rullatrice. La donna è stata trasportata all’policlinico Le Scotte dopo l’intervento dei sanitari del 118. Sul luogo era presente anche il personale Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. La multinazionale ha reso noto di aver avviato un’indagine interna per capire cosa sia successo. Sul caso sono intervenuti anche i sindacati. Per la giornata di oggi è stato indetto uno sciopero dalla rsu.
“Scusate, ma questa cosa mi tocca – ha proseguito Borgogni- Per questo abbiamo deciso stamattina di mobilitarci: soprattutto per questo, ma anche perché questo infortunio, secondo noi — e credo secondo tutti — è frutto anche della condizione mentale in cui ci troviamo ogni giorno, ogni volta che, nei pochi giorni in cui si lavora, rientriamo nello stabilimento”.
“Gli operai rientrano in fabbrica con un malessere psicologico, ma anche senza più l’abitudine a lavorare. E questi sono elementi che sicuramente non aiutano a evitare che si verifichino infortuni – dice Massimo Martini, Uilm Uil Siena in riferimento – . Ci auguriamo che questo sia il primo e l’ultimo tra quelli più gravi, perché ieri abbiamo assistito a una scena abbastanza raccapricciante”.
“Solo un piccolissimo scorcio in più: resistere, resistere un minuto in più di loro – ha detto invece Daniela Miniero, Fiom Cgil Siena, nel merito della vertenza-.
Ma per “loro” non intendo più la Beko perché ci sarà fino al 2027. Dobbiamo rompere le scatole, perché abbiamo dalla nostra una forza che non ci passerà: la forza di pretendere che il nostro lavoro ci sia anche dopo quell’anno. Ma siccome il tempo passa molto velocemente, quell’impegno che hanno preso anche le istituzioni locali — perché ricordo che il Comune di Siena è entrato in compartecipazione per l’acquisto con Invitalia — io lo voglio portare a casa entro il 2025″.
Ritorna sull’incidente sul lavoro Giuseppe Cesarano, Fim Cisl Siena: ” È ovvio, è scontato: lavorare una settimana al mese, alla lunga, porta anche a una scarsa produttività e a una minore flessibilità da parte delle persone, che magari rientrano sul posto dopo lunghi periodi. Quindi i riflessi sono lenti. Sicuramente chiederemo all’azienda di rivedere i processi produttivi e la tempistica, perché questi sono problemi che, secondo me, da qui in poi, rischiano di succedere spesso”.
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