Ci sono anche le Terme di Chianciano nell’inchiesta per corruzione che è stata avviata dalla procura di Milano: la struttura è stata oggetto di perquisizione. L’azionista di maggioranza della società chianina, e presidente di Federterme, Massimo Caputi risulterebbe infatti indagato.
A Caputi viene contestato di aver ricevuto 700 mila euro per lo stabilimento termale dal dirigente del ministero delle Infrastrutture Lorenzo Quinzi.
Le indagini sono condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e, spiega una nota del procuratore Marcello Viola, si sono “concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”. Si spiega inoltre che “sono in corso perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d’Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte nelle vicende oggetto di approfondimento giudiziario”.
Per il pm Paolo Storari Caputi avrebbe assunto una conoscente di Quinzi. “È assegnato per l’anno 2023 un contributo a valere sul Fondo unico nazionale per il turismo di conto capitale alla Società Terme di Chianciano S.p.A., in qualità di soggetto attuatore, della somma di 700.000 euro, per cofinanziare il Progetto “Chianciano Terme – Destinazione Benessere””, si legge nel decreto del febbraio 2023.
Nell’inchiesta, dove si ipotizzano anche i reati di traffico di influenze illecite, corruzione, emissione di fatture inesistenti e turbata libertà degli incanti, è finito anche Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, finito agli arresti domiciliari.
Sulla base dell’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.