“L’area dell’Isola d’Arbia è stata riqualificata grazie a questa amministrazione, non possiamo entrare nelle scelte effettuate da una multinazionale privata, per la quale, nei limiti normativi e delle competenze del Comune di Siena, sono stati creati i presupposti per l’investimento sul territorio, così come avvenuto per tante altre realtà sotto gli occhi di tutti”.
Così l’assessore all’urbanistica del Comune di Siena Michele Capitani fa il punto della situazione sull’insediamento nella zona industriale di Isola d’Arbia. “Il piano operativo – aggiunge Capitani – approvato dal consiglio comunale grazie al lavoro del mio predecessore Francesco Michelotti e degli uffici comunali è uno strumento amministrativo capace di attrarre investimenti in città e anche in questo caso abbiamo una riqualificazione a costo zero per la comunità”.
“La zona di tipo artigianale-industriale dell’Isola d’Arbia – spiega – è intesa come zona urbanizzata, dove quindi le opere di urbanizzazione (strade, marciapiedi, verde, illuminazione pubblica e la rete di tutte le altre utenze) sono già state realizzate, da chi ha in passato lottizzato l’area e, quindi, non da adesso. L’intervento eseguito da Amazon è stato quello di recuperare e riqualificare un immobile preesistente, compresa l’area interna. Quando il fabbricato sarà affidato a terzi, avremo le auspicate ricadute anche dal punto di vista occupazionale. L’amministrazione continuerà nella sua attività di monitoraggio e dialogo: pur non potendo entrare direttamente nelle scelte di una multinazionale, assicurerà la tutela della comunità, intesa come risvolti occupazionali e rispetto del territorio”.
“L’intervento – commenta ancora Capitani – è consistito nella completa demolizione e ricostruzione (a parità di volumetria) del fabbricato preesistente e nella risistemazione dell’area di pertinenza, con nuove recinzioni, illuminazione e nuovi parcheggi, il tutto a servizio della nuova e futura attività. Sia l’edificio che l’area esterna si trovavano in una condizione di totale abbandono, senza possibilità di controllo e da oltre quindici anni. Una situazione tale da generare un gravissimo degrado ambientale, con pericolo di parziali crolli della struttura, che stava diventando sempre più precaria e fatiscente: si osservavano accumulo, nel tempo, di materiali di rifiuto e sporcizia in genere, con il concreto rischio di compromettere la sicurezza e la salute degli operatori e cittadini della zona. Giustamente è stata una vera e propria operazione di bonifica a costo zero per il Comune e la collettività. L’intervento edilizio non ha comportato la realizzazione di opere pubbliche già presenti nella zona, ma il rilascio del permesso di costruire è stato oggetto del pagamento degli oneri di urbanizzazione per un importo totale di circa 250mila euro”.
“Vorrei infine sottolineare – conclude Capitani – che nell’anno 2022 nelle casse del Comune sono entrati oneri di urbanizzazione per circa 2 milioni e 650mila euro, destinate alla realizzazione di opere pubbliche in genere (fra le quali anche i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche) e/o alla loro manutenzione e miglioramento”.