I funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Siena, così come sta accadendo in tutto il territorio nazionale, hanno aderito allo stato di agitazione proclamato delle sigle nazionali a causa delle profonde problematiche organizzative, economiche e di sicurezza in cui versa la neonata agenzia dell’Ispettorato Nazionale.
Dal 1 novembre l’attività ispettiva ha subito di fatto un blocco quasi totale; il personale ispettivo che sino ad oggi ha dovuto utilizzare il proprio mezzo anticipando le spese per il carburante, revocherà questa disponibilità spostandosi solo con mezzi pubblici e richiedendo l’anticipo di ogni spesa legata alla “trasferta”. Questo implica che, in una provincia morfologicamente particolare come quella di Siena, non sarà più possibile raggiungere determinate destinazioni né effettuare verifiche nelle aziende, nei cantieri più disagiati e specialmente nel settore dell’agricoltura che invece, proprio in tempi recenti, aveva fatto rilevare la necessità di maggiori e più capillari controlli.
Gli ispettori si rifiuteranno di effettuare accessi in regime di straordinario attuando di fatto anche il blocco delle ispezioni serali, notturne e festive.
L’organico ispettivo di Siena costituito da 14 unità a fronte di un territorio che consta di 35 comuni ha sempre svolto la propria attività in maniera più che responsabile con oltre 1000 ispezioni annue e riscontri di irregolarità in materia di sicurezza e lavoro sommerso che l’hanno configurata tra i migliori Ispettorati in Toscana e sull’intero territorio nazionale.
“In un contesto in cui il lavoro diventa sempre più precario ed aumenta l’esigenza di combattere il lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori dovuto all’uso improprio degli strumenti normativi e le morti sul lavoro – si legge sul documento sindacale unitario nazionale – l’organo preposto a tutelare e garantire i lavoratori viene depotenziato e svilito”
Il personale dell’Ispettorato denuncia un completo abbandono sotto ogni profilo, dalle tutele professionali e personali, dalle aggressioni che si verificano sempre più spesso, alla mancanza delle risorse strumentali, di una adeguata formazione (lasciata da sempre all’impegno personale del singolo), per finire con le mancate corresponsioni di rimborsi ed indennità maturate ed ai corposi tagli operati dal Governo.
Lo stato di agitazione, caratterizzato dall’hastag social #tutelachititutela continuerà sino all’accoglimento delle richieste dei sindacati e sino a quando gli ispettori ed i funzionari non vedranno riconosciuta la dignità professionale che spetterebbe a chi svolge un ruolo sociale così importante.”