Sotto attacco solo perché console d’Israele. Si dà questa spiegazione Marco Carrai per quanto ha subito nelle scorse settimane. Più volte il manager è stato bersaglio dei manifestanti pro Palestina che, anche all’Università per stranieri di Siena, hanno chiesto le sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione Meyer. Non solo: Carrai cita anche quanto accaduto lo scorso venerdì sera ad un concerto al teatro dei Rozzi, quando i contestatori, dopo aver esposto uno striscione e letto un comunicato per “denunciare il genocidio del regime sionista”, sono stati applauditi dai presenti. “Nessuno ha detto nulla ma invece sono partiti gli applausi – ribadisce esterrefatto il console onorario d’Israele – . Voglio solo far notare una cosa: se questo fatto fosse accaduto a seguito della scoperta dei campi ad Auschwitz avrebbe fatto rabbrividire tutti…”. Carrai respinge anche le accuse di una sua vicinanza alla linea di Bibi Netanyahu: “Non ho mai espresso sostegno nei suoi confronti e non ne ho mai parlato”, sottolinea. La soluzione dei due stati rimane la strada da seguire per il console che, sulla risposta israeliana al pogrom di Hamas del 7 ottobre, evidenzia come “la guerra porti ad errori clamorosi e grossolani. Tutti vorremmo farne a meno, tuttavia certe volte non possiamo”.
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