Jora, la “piccola principessa” che lotta contro la leucemia: “Vogliamo vederla tornare a ballare”

“La vogliamo vedere ancora ballare, cantare. Questa è la nostra speranza per lei”. Così Marta Bellaveglia , della Fondazione Stefano Bellaveglia, mentre parla di Jora, “anzi la  principessa Jora”, come dice lei. Alla bambina a soli tre anni e due settimane,  è stata diagnosticata la leucemia, “ma non è mai triste e non perde mai il sorriso- spiega Bellaveglia-: mi hanno mandato un video qualche giorno fa, è sempre felice. E’ straordinaria”. La piccola ha due sorelle “meravigliose che la coccolano tantissimo e non l’abbandonano mai”, ma i suoi genitori “hanno perso il lavoro a causa della pandemia da covid – dice Marta-. Le stanno vicino, ma allo stesso tempo cercano un impiego. Adesso si trovano in una foresteria che abbiamo inaugurato da poco, un luogo dove stanno i genitori che non hanno modo di stare vicini ai figli in altro modo”.

Jora ora si trova in un ospedale di Pristina, la capitale del Kosovo. Qui la Stefano Bellaveglia, insieme ad altre fondazioni – la Nicola Ciardelli, la Leonora Bajraktari  e la Cure2Children -, porta avanti il  sogno di “curare i bambini nel paese dove abitano – afferma Marta-. Portiamo l’esperienze e la professionalità dei nostri medici all’estero, formiamo il personale sanitario di queste nazioni in modo che anche i bambini possano avere delle cure senza doversi muovere in altri stati”. Nella nazione balcanica purtroppo “i residui bellici che sono rimasti dalla guerra recente nella regione hanno causato molte malattie del sangue tra i bambini – continua-. Cerchiamo di guarirne il più possibile”.

A questo si aggiunge il problema della povertà estrema delle famiglie, “spesso con molti figli – aggiunge Marta-. Non ci sarebbe la possibilità di curarli, se non ci fosse un centro come quello di Pristina”.

Adesso a seguire Jora nel reparto di oncologia c’è una dottoressa che Marta ha definito come “sua pupilla”: Mjedra Bajraktari, ragazza 20enne che si è da poco laureata, adesso sta proseguendo gli studi in psicologia, ed ha coronato il suo sogno grazie al supporto della Fondazione Stefano Bellaveglia. Da giovanissima a Mjedra fu diagnosticata la leucemia, ma fu anche una delle prime piccole pazienti a guarire dalla malattia nell’ospedale di Pristina. “Oggi accudisce questi bambini tramite la onlus della madre Leonora”.

Infine, nella sua riflessione Marta ha parlato delle difficoltà generate dal coronavirus, “quelle zone sono state colpite in modo minore rispetto all’Italia – conclude-. Le maggiori difficoltà sono dovute al fatto che non potevamo essere presenti lì e parlare con le persone del posto per conoscere le loro esigenze”.

Marco Crimi