La baruffa ridicola fra gli aeroporti di Pisa e Firenze

C’è Ada Colau, sindaca di Barcellona (Spagna) che ha ufficialmente chiesto l’abolizione della linea aerea che collega la sua città con la capitale Madrid, per ridurre le emissioni inquinanti di voli che ormai stentano a reggere la concorrenza con i treni veloci, capaci di raccogliere 4,5 milioni di passeggeri contro i 2,5 milioni che preferiscono volare.

Ci sono alcune compagnie ferroviarie europee che hanno velocemente rimesso su rotaia i mitici treni notturni su lunghe distanze (sali la sera, scendi la mattina), perché dopo la campagna Fridays for future di Greta Thunberg, molte persone si vergognano letteralmente di volare, per non essere accusati di contribuire all’inquinamento del pianeta ed al cambiamento climatico.

Ci sono biblioteche cartacee e digitali con decine di studi che dimostrano come il treno veloce sia notevolmente più conveniente dell’aereo – sicuramente per il minor tempo di percorrenza, spesso anche per il minor costo – su tratte che arrivano fino a 500 o 600 chilometri.

E ci sono invece Toscana Aeroporti (società che gestisce i due scali aerei di Firenze e Pisa) ed Alitalia (che grazie ai nostri soldi di contribuenti si avvia verso l’immortalità), che stanno lì a baloccarsi per trasformare il volo Pisa-Roma – una tratta di 350 km – in Firenze-Roma (280 km), secondo una logica così poco comprensibile, da far pensare subito ad un ennesimo sgarbo di carattere campanilistico fra le due città.

Altro che Piano Colao e Stati generali a Villa Pamphili per avviare l’Italia lungo uno strada di modernità dopo la pandemia da Covid-19… Qui siamo ancora a Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, memorabile commedia andata in scena nel 1762 e da allora replicata migliaia di volte, come si addice ad un autentico capolavoro del nostro teatro.

Che Firenze ed i fiorentini soffrano ferocemente per il successo dell’aeroporto pisano è cosa nota, ed il tentativo di costruire la nuova pista a Peretola – nonostante l’assoluta mancanza di spazio utile – lo dimostra. Ma se competizione campanilistica debba essere – peraltro resa ancora più ridicola perché la società di gestione è unica – almeno la si faccia su modelli di sviluppo avanzato e scelte strategiche per l’economia ed il turismo. E non su voli di altri tempi, quando non esistevano Frecciarossa ed Italo, e Alitalia aveva ancora l’esclusiva dei voli sul territorio nazionale, sui quali ha lucrato tariffe insopportabili per tutti.

Ma questa è la situazione. Togliere un volo a Pisa per spostarlo a Firenze ha suscitato un’immediata reazione dei pisani, che non si sono mai fidati di Toscana Aeroporti, ed oggi ancora meno, dopo le dimissioni della pisana Gina Giani da amministratore delegato.

Ancora una volta tocca a Ryanair – che ha confermato i propri voli sull’aeroporto di Pisa, con una ripresa sostenuta di collegamenti da domenica prossima 21 giugno – a vestire i panni dell’angelo salvatore.

O, se preferite, del deus ex machina che risolve le tragedie fin dai tempi dell’antica Grecia…

 

Roberto Guiggiani