La Biccherna di Sano di Pietro torna a Siena dopo oltre 100 anni

“Oggi abbiamo vinto il nostro Palio”, ha concluso così il suo intervento Roberto Riccardi, generale di brigata e comandante del nucleo tutela patrimonio culturale, alla cerimonia per la riconsegna della biccherna della “Flagellazione di Cristo”, opera lignea a tempera e oro del 1441, che è tornata alla comunità della città di Siena dopo oltre 100 anni.

La Biccherna sarà esposta al Museo delle Biccherne dell’Archivio di Stato della nostra città, dove sono conservate 106 delle 124 tavolette.

Per l’opera, attribuita a Sano di Pietro, una prima cerimonia di restituzione si era svolta un mese fa a Roma e all’evento era presente il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. La Biccherna era stata esportata dall’Italia alla Germania e, a dicembre del 2016, era riapparsa ad un’asta di Sotheby’s. Alla fine però, dopo un lungo iter amministrativo, è tornata nella disponibilità dello Stato italiano grazie ad un accordo. All’asta l’opera era stata acquistata per un milione e 600mila euro mentre lo Stato, per ricomprarla, ha dovuto spendere 750mila euro.

“Il lavoro e il percorso sono stati complessi. Ma siamo riusciti a riportare a casa la Biccherna. Il recupero forzato non era possibile visto che, quando fu portata all’estero, non esisteva l’illecito d’esportazione. Per questo abbiamo avviato una trattativa che, dopo molti anni, ci ha fatto riacquistare la “Flagellazione di Cristo” ad un prezzo molto più basso rispetto a quando era stato battuto all’asta”, sono le parole di Anna Maria Buzzi, direttore generale degli Archivi, che ha riconsegnato la Biccherna al direttore dell’Archivio di Stato di Siena Cinzia Cardinali.

“L’operazione è stata corale e sinergica e ha coinvolto Istituzioni dello Stato e della città”, ha continuato il generale Riccardi. “Questa è la casa delle Biccherne. Il ritorno è molto gradito – ha concluso il sindaco di Siena Luigi De Mossi –. L’operazione ha avuto un costo significativo, ma l’Italia è il Paese della cultura e quindi è giusto che le opere d’arte tornino dove sono nate”