Il 20 ottobre 1632 è in visita in città il granduca Ferdinando II de’ Medici, e suo fratello Mattias, governatore di Siena, gli dedica una splendida bufalata corsa da 6 Contrade. Alcune incisioni del disegnatore Bernardino Capitelli ci mostrano il corteo che precede la corsa e soprattutto i magnifici carri allestiti dalle Contrade partecipanti. Questi ultimi non sono più le nude fortezze dentro le quali si raccoglievano i cacciatori delle cacce ai tori del secolo precedente, ma autentiche opere architettoniche ispirate principalmente alla mitologia classica, sempre con un richiamo al nome della Contrada: in quello della Lupa, così, trova posto la madre di Romolo, in quello dell’Oca il Campidoglio con il tempio di Giove e via dicendo. Dopo il corteo dei carri sfilano anche le bufale (di razza maremmana) accompagnate dalla segnatura dai “pungolatori” travestiti da satiri. I pungolatori, come dice il nome, erano indispensabili durante la corsa per “pungolare” la bufala spronandola a muoversi, oppure a rimetterla in pista qualora decidesse di cambiare strada. La bufalata parte del vicolo dei Borsellai, le bufale, montate comunque da un “buttero”, dovevano compiere tre giri di Piazza, ma nel senso inverso rispetto a quello che sarà, in seguito, quello del Palio alla tonda. In una Piazza addobbata con palchi e gremita di pubblico si aggiudica la vittoria della bufalata il Nicchio.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
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